Bisignano: “Messina non ha bisogno di un sindaco che pensa di governare un gregge”

Michele Bisignano ex assessore alla provincia affida ad una nota il suo pensiero sull’operato del sindaco Cateno De Luca:

“Il nuovo Sindaco di Messina, in una delle sue “performance” fra show e provocazione politica fatte, da neo-cittadino, prima della campagna elettorale comunale, si presentò a Piazza Cairoli con una pecora al guinzaglio a cui aveva affibbiato il nomignolo di “Pelority”, cioè Peloritani cioè Messinesi. Rispetto a questa messa in scena vi furono interpretazioni diverse. Alcuni pensarono che con quella rappresentazione si volesse fare riferimento ad una certa categoria di peloritani cosiddetti ” buddaci”, codificati, in maniera caricaturale, in un fumetto molto popolare. Categoria i cui comportamenti sono caratterizzati da arroganza, prevaricazione, assoluta assenza di senso civico e di rispetto del vivere civile ( come d’altronde è riscontrabile ogni giorno), favoritismi, becero maschilismo ed avversione nei confronti dell’altro. Ci fu invece, chi pensò, malevolmente, che il riferimento dovesse essere esteso ai peloritani nella loro accezione più ampia, e quindi a tutti i messinesi. Si trattava comunque di una provocazione, sottovalutata, rivolta ad una realtà in cui sono presenti, fra l’altro, un autolesionismo atavico correlato ad una autoreferenziale “messinesita'”, che va sempre più trasformandosi – parafrasando Bufalino – in una ” messinitudine” ctonia, un trasformismo elevato a sistema, un meccanismo di scambio politico-elettorale-affaristico e lobbistico attuato in maniera pervasiva. Come trattasi di provocazione, fatta stavolta in maniera meno bucolica, quella di un Sindaco neoeletto, ed è bene ricordarlo da una minoranza di cittadini elettori, che pone in essere un cinico ricatto politico a tutta la città, perché, seguendo la deriva autoritaria che sta avvelenando il nostro Paese, si dimostra insofferente a qualsiasi forma di dialettica, di confronto, di opposizione e di critica; un Sindaco che, come “spada di Damocle” sulla testa dei consiglieri comunali e della comunità messinese, minaccia una nuova lunga e logorante campagna elettorale, con l’aggravante del ritorno alla gestione commissariale sia per il Comune di Messina che per la Città Metropolitana e che vaticina il futuro affermando con sicumera “così è e così sarà”, preconizzando così, secondo i suoi desiderata, la trasformazione della rappresentazione scenica di Piazza Cairoli con la pecora, da forma in sostanza. Ma, l’ottimismo della ragione, quanto mai necessario in questi tempi bui, mi porta a credere che i Messinesi possano prendere coscienza di non avere bisogno di ” proto-ducetti” o di “pastori che pensano di dirigere e governare un gregge”, ma di una coralità di autogoverno, con uno sforzo comune e responsabile di energie antiche e nuove che sappiano guardare oltre i confini immaginari e reali, e che riescano a mettere da parte le divisioni e le logiche di appartenenza varie, che hanno portato la nostra città alla situazione di degrado culturale, sociale ed economico in cui si trova ormai da troppo tempo.”