Casa Cammarata: Cmdb, quale futuro ?

Nei giorni scorsi si è parlato molto di Casa Cammarata (e dei danneggiamenti che ha subito), così come se ne era parlato non molto tempo fa in merito a delle proposte di riqualificazione avanzate dalla Circoscrizione. Sembra quindi l’occasione giusta – in coincidenza, peraltro, con il diciassettesimo anniversario della scomparsa del Cavaliere – per ricostruire alcune cose avvenute nel corso degli ultimi due anni e capire, una volta per tutte, cosa si vuole fare di questo bene.
E’ bene ricordare che tutto ciò che si è fatto su Casa Cammarata nel corso degli anni lo si deve alla determinazione ed all’impegno di quelle persone che, dentro associazioni, come studiosi, artisti o altro, alla salvaguardia ed alla valorizzazione della Casa hanno dedicato grandi energie e risorse, senza nulla chiedere in cambio.
Ed è proprio riconoscendo la natura peculiare di questo bene, la sua storia e la logica di cura condivisa e di apertura al territorio che lo caratterizzava che la scorsa Amministrazione ha voluto rompere quella sorta di “indifferenza istituzionale” di Palazzo Zanca verso questo spazio, prima con l’evento internazionale dedicato all’outsider art ed all’opera di Cammarata nel 2015 e, poi, nel 2017, definendo le strategie per un affidamento esterno di Casa Cammarata, ispirato proprio a quelle logiche e principi sopra richiamati.
L’avvio di questo percorso istituzionale, per quanto sia stato molto lungo – troppo lungo, come sempre accade quando ci si muove dentro relazioni burocratiche, al di là dell’impegno e della determinazione che uno ci mette – ha consentito di fare luce su una serie di questioni amministrative e procedurali, dal ruolo della Soprintendenza fino, addirittura, ad aspetti legati alla titolarità del bene. Questioni forse giudicate quasi inutili dal cittadino distratto, ma che in realtà tenevano Casa Cammarata “prigioniera”, in una terra di nessuno.
Un percorso così lungo da essersi concluso poco dopo l’insediamento della nuova Amministrazione, con la definizione di massima, infine, proprio delle questioni relative alla titolarità di Casa Cammarata, che su un piano amministrativo erano ancora irrisolte. Con un ennesimo paradosso: che ora che questo percorso è finito, tutto rischia di essere inutile, se l’Amministrazione De Luca non deciderà di confermare quell’indirizzo politico di affidamento esterno nell’ottica della cura condivisa dato dalla precedente Amministrazione, con la delibera 568 del 2017 e i numerosi passaggi successivi.
La palla è nelle mani di De Luca e Trimarchi: a loro la scelta se proseguire su questo percorso o lasciare il bene in stato di abbandono.
Per quanto ci riguarda, continuiamo a pensare che i beni e gli spazi culturali sono prima di tutto la storia che si portano dietro. E per Casa Cammarata non c’è valorizzazione possibile che non passi da una logica di rete e da una cura condivisa che coinvolga il territorio nel suo insieme, con la Circoscrizione, le scuole e tutti quelli – associazioni, professioniste/i, cittadine/i – che negli anni se ne sono presi cura.