Click Day, De Domenico: “sarà ricordato come un giorno da incubo e di recriminazione”

Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire! Il 5 ottobre, per le piccole e micro imprese siciliane, Click Day doveva essere e Click Day sarà ma forse sarà ricordato come un giorno da incubo e di recriminazione. A parlare in una nota l’esponente del Partito Democratico Franco De Domenico che prosegue;

Tutti sanno che molte imprese non saranno ammesse nonostante abbiano patito i morsi della crisi, in quanto non ricomprese in questo arbitrario elenco.

Tutti sanno che tante di quelle astrattamente titolate non potranno partecipare perché il tempo a disposizione è stato brevissimo. Infatti da giorni non si trovano in commercio le firme digitali, da giorni i provider non rilasciano più lo SPID (stranamente infatti questa pessima piattaforma informatica richiede sia lo SPID che la firma digitale, ameno almeno di una delle due si poteva evitare).

Tutti sanno che tanti di coloro che sono riusciti a superare le difficoltà di accesso alla piattaforma e preparare la domanda non potranno partecipare alla “lotteria” che mette in palio 125 milioni di euro per pochi premi che vanno da 5 a 35 mila euro perché il sito non è strutturato per accogliere contemporaneamente alla 9.00 migliaia di domanda (se come emerge pare che ad oggi ne siano state presentate oltre 125.000, matematicamente più di 100.000 resteranno a bocca asciutta).

Ed allora se tutti sanno non si capisce perché nonostante le tante e qualificate richieste (ordini professionali, associazione di categoria di imprese, artigiani e commercianti) di modifica delle regole del gioco o quanto meno di proroga del termine, la risposta del Governo regionale sia un inflessibile NO, salvo che sul possesso del DURC per il quale è stato precisato che basta averlo richiesto, Troppo poco!

Proviamo a riassumere le criticità:

  • Il click day è un criterio ingiusto e discriminante che affida alla sorte e alla migliore qualità della rete informatica le possibilità di vincere la lotteria. Sarebbe stato più logico ed equo ammettere tutte le domande presentate in un arco di tempo, ancorché breve, e procedere al riparto delle risorse;
  • La richiesta del DURC è illogica e intempestiva, proprio chi è in difficoltà nei pagamenti con l’INPS ha più bisogno di aiuto: escluderli è una bestialità, basti pensare che gli aiuti nazionali gestiti dall’agenzia delle entrate prescindevano sia dal DURC che dai debiti con l’ex esattoria;
  • I tempi sono oggettivamente ristretti e non si capisce l’ostinazione a non concedere un rinvio laddove allo stesso tempo i fondi non sono ancora disponibili e le domande non necessitano tempo per istruirle, dare una proroga è una necessità;
  • Il sito è oggettivamente inaccessibile in modo agevole, chi ha avuto la disavventura di confrontarsi racconta di ripetuti tentativi di accesso prima di arrivare al sospirato ingresso. Se è così oggi che ne sarà alle 9 di giorno 5 quando presumibilmente decine di migliaia di persone tenteranno di collegarsi? La risposta non è difficile da immaginare.
  • La proroga peraltro consentirebbe alle migliaia di disperati piccoli imprenditori che da giorni girovagano in cerca della agognata firma digitale e dello SPID di potere presentare la loro istanza.

Purtroppo nessuno dalle parti del Governo regionale sembra interessato a raccogliere questo grido di dolore. Ed allora cosa fare? Se io fossi al posto dell’assessore Turano con coraggio e dignità modificherei il provvedimento, quantomeno, in tre direzioni:

  1. niente Click day ma quattro/sei giorni di sportello e poi riparto delle risorse che nel frattempo cercherei di impinguare;
  2. rinvio di 15 giorni per dare a tutti la possibilità di fornirsi di SPID e firma digitale;
  3. niente DURC.

Diversamente devo pensare che al governo regionale non gliene frega niente delle piccole e micro imprese siciliane e dei problemi che hanno avuto e che questa misura (strana la coincidenza della scadenza con le elezioni comunali in Sicilia, ma a pensar male spesso ci si azzecca) abbia solo una valenza di spot elettorale. “ conclude De Domenico