Collaboratori di Giustizia: Sottosegretario Gaetti, “Vanno tutelati, fondamentali per la lotta alla mafia”

“I testimoni e collaboratori di giustizia sono persone la cui funzione è di fondamentale importanza per la lotta alla mafia. Per il loro contributo rischiano la vita, quindi è importante migliorare la legge nuova sui testimoni di giustizia, per applicarla al meglio e fare i dovuti correttivi per andare incontro a chi ha dato un contributo importante nella lotta alla criminalità”. Lo ha detto il sottosegretario all’Interno Luigi Gaetti partecipando stamani al convegno organizzato nell’aula magna della Corte di Appello di Messina dal titolo “Collaboratori e testimoni di giustizia. Due figure a confronto. Ruoli, funzioni, criticità”. “La legge 11 gennaio 2018,er la protezione dei testimoni di giustizia  – prosegue Gaetti – ha svolto un ruolo fondamentale in ordine alla definizione di tale figura, molto delicata ed essenziale nell’ambito dell’azione finalizzata allo sradicamento della cultura criminale e al riconoscimento dei diritti ad essa connessi.La completa attuazione della legge è subordinata all’adozione di regolamenti ministeriali concernenti, in primis, la determinazione del contenuto delle misure di sostegno economico e di reinserimento sociale e lavorativo, per la maggior parte dei quali è stato già avviato il relativo iter. Inoltre, in Taluni casi dai risvolti drammatici, come attestato dal recentissimo passato, hanno ulteriormente evidenziato l’esigenza, profondamente avvertita nella pratica, di un accurato monitoraggio delle attività e dei comportamenti dei soggetti tutelati. La corretta esecuzione degli strumenti tutori postula, infatti, in linea con il dettato normativo, la necessità di assicurare una puntuale e costante valutazione dei profili di rischio dei beneficiari delle misure”. “Ci si deve coordinare al meglio –   prosegue Gaetti – tra le varie istituzioni e si deve lavorare per salvaguardare l’identità del collaboratore di giustizia.  Anche sulla lotta alla mafia stiamo lavorando per migliorare gli aspetti legislativi, soprattutto per favorire le denunce nell’ambito dell’antiracket e antiusura. Alcune norme sono state inserite nel decreto sicurezza, altre saranno portate avanti nelle prossime settimane. Puntiamo non solo ad aumentare uomini sul territorio per garantire la sicurezza, ma ad un’attenzione al lavoro interno del ministero per raccordare tutti i vari uffici. Si devono spostare le indagini sulla cosiddetta zona grigia collegata alla mafia.In tale ambito, la delicatezza delle attività di contrasto è tanto più evidente quanto più si rifletta sulla maggiore difficoltà di agire nei confronti di soggetti socialmente più rispettati, in quanto facenti parte di ambienti economici e finanziari e che, tuttavia, costituiscono quellazona grigia”, senza la quale sarebbe impossibile il reimpiego del denaro sporco, strumentale agli scopi delle organizzazioni mafiose o di stampo terroristico.Con tale società – economicamente interessata e culturalmente disponibile a fare proprie le motivazioni alla base del contrasto ai principi di legalità – fanno i conti ogni giorno i clan, sapendo di poter fare affidamento su una certa distrazione o inconsapevolezza, se non quando sulla connivenza o sulla complicità.