Corpus Domini: La processione del Vascelluzzo, storie e curiosità di una tradizione secolare [FOTOGALLERY]

Messina rinnova la tradizione del Vascelluzzo in occasione del Corpus Domini. Stamattina per le vie della città si è tenuto il tradizionale corteo, che dalla Chiesa di Porto Salvo dei Marinai ha percorso poi le vie Calapso, La Legname, Quod Quaeris, piazza San Vincenzo, Monsignor D’Arrigo, Calapso, largo La Corte Cailler, Garibaldi e I Settembre, con arrivo in Cattedrale alle ore 12. Nel pomeriggio è seguita la processione del “Corpus Domini”, con partenza alle ore 19 da piazza Duomo e che ha interessato corso Cavour, le vie Tommaso Cannizzaro, Garibaldi (carreggiata lato monte), I Settembre e piazza Duomo.

La storia del Vascelluzzo
A questo prezioso simulacro sono legati alcuni avvenimenti storici. Il più antico si rifà all’assedio di Messina da parte del duca Roberto di Calabria nel 1302. La città stava capitolando per fame quando, grazie alle suppliche alla Madonna formulate da Alberto, monaco del convento di Pozzoleone, giunsero in porto delle navi cariche di grano e viveri che salvarono i Messinesi. Ancora oggi il Vascelluzzo viene ricoperto di spighe di grano. L’episodio collegato più spesso al Vascelluzzo risale al 1603 mentre una terribile carestia affliggeva la città. Il fatto era risaputo e le imbarcazioni straniere cercavano di evitare il passaggio nello stretto per non incorrere nelle azioni di pirateria degli affamati messinesi. Mentre una grossa nave proveniente dalla Grecia, carica di grano, transitava nello Stretto, una miracolosa tempesta provocata dalla Madonna costrinse l’imbarcazione ad approdare nel porto falcato, salvando la città. Ancora oggi il Vascelluzzo, adorno di spighe di grano, dopo la funzione del Corpus Domini, viene condotto a spalla dalla chiesa di S. Maria dei Marinai (sua nuova sede) al Duomo dove gli viene aggiunta la reliquia con i capelli della Madonna. Nel pomeriggio, dopo un giro attraverso la città, viene riportato alla chiesa dei Marinai dove viene spogliato delle spighe che vengono distribuite ai fedeli insieme a piccoli pani di grano.

[ngg src=”galleries” ids=”22″ display=”basic_slideshow”]Una tradizione che risale a secoli antichi
Si tratta di un vascello a tre alberi lungo circa un metro con l’anima in legno rivestito da lamine d’argento che riproduce in maniera molto fedele un galeone. Il tutto è finemente lavorato a cesello.
Su due dei tre alberi viene fissato un reliquario che contiene i capelli con cui, secondo la tradizione, la Madonna legò la lettera inviata ai messinesi; sopra, due argentei puttini alati reggono una corona. Dalle fiancate sporgono otto cannoni per parte; altri sono presenti sulla poppa che mostra anche quattro cariatidi dorate. Sempre sulla poppa è presente l’immagine della Madonna sullo sfondo di Messina: è visibile la Palazzata di Simone Gullì cominciata nel 1622.
Il vascello poggia su una base incisa col motivo ad onde marine ornata con foglie e fiori; sulle facce vi sono raffigurati i volti che secondo la tradizione sarebbero i marinai fondatori della confraternita di S. Maria di Portosalvo.
Vi sono inoltre quattro medaglioni con le effigi della Madonna della Lettera, di S. Alberto con la Bibbia e un giglio, S. Placido insieme ai fratelli (secondo la tradizione martirizzati e sepolti a Messina) e la Madonna di Portosalvo con la veduta di Messina. Sull’intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644 (le date sulla base, 1767 e 1792, fanno pensare che questa sia successiva al vascello), ma documenti della fine del XVI secolo fanno accenni alla realizzazione dell’opera che la confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione.