De Domenico (PD): “Porre in evidenza problematiche che ho constatato in prima persona”

“Con il medesimo spirito che ha caratterizzato i miei interventi, voglio porre l’accento su alcune problematiche, in prevalenza sanitarie, che spesso ho constatato in prima persona. Tali problematiche, per la maggior parte sollecitate da territori sui quali ritengo non sia stata posta la giusta attenzione e che si accompagnano alle gravi emergenze, tuttora irrisolte,  relative ai tamponi, all’allestimento dei covid-hospital, alla effettiva distribuzione dei 100 milioni ai comuni, alla incapacità di informatizzare gli spostamenti con autocertificazione; quest’ultima, soluzione da me proposta oltre 15 giorni fa e mai realizzata, nonostante la disponibilità alla realizzazione, in meno di una settimana, di diversi team di esperti informatici siciliani. Il risultato? ancora usiamo il cartaceo, rinunciando ad un serio controllo e ad utili informazioni sugli spostamenti, che continuano ad essere troppi e mal controllati. A parlare in una nota l’On. Franco De Domenico che prosegue;

  1. Innanzitutto voglio ritornare sulla questione RSA e case di riposo: sono una priorità assoluta che non è stata affrontata, a mio avviso, con la determinazione richiesta. In particolare, ritengo necessario isolare totalmente le strutture da contaminazioni con l’esterno: non basta avere precluso l’acceso a parenti ed esterni, è necessario che chi lavora a stretto contatto con gli anziani, oltre che essere dotato di adeguati DPI, sia obbligato a risiedere dentro la casa di riposo o, in assenza di locali dedicati nelle strutture, in specifici locali isolati, predisposti dalle dalla sanità regionale (emulando la virtuosità dell’istituto Collerale già attivata su base volontaria). Non possiamo correre nemmeno ipotesi il rischio di contaminazione: gli anziani sono la categoria più colpita dal Covid-19, e in moltissimi casi si rende necessario il ricovero in terapia intensiva, che spesso evolve in decesso. Abbiamo il dovere, anche morale di tutelarli e allo stesso tempo di mettere in sicurezza la capacità del sistema sanitario di reggere un così alto numero di ricoveri.
  2. Dializzati, malati oncologici ed altri soggetti immunodepressi: sono un’altra categoria esposta a grave rischio del contagio. Esistono servizi dedicati, gestiti da privati per conto dell’ASP, che si occupano del trasferimento di dializzati e malati oncologici nelle strutture specifiche dove possono ricevere le cure necessarie; i mezzi e il personale privato di cui si servono le ASP, però, possono avere linee di contatto con altri servizi a rischio contagio: questo rischio non può essere corso da questi soggetti che allo stesso tempo non sono nelle condizioni di rinunciare alle cure specifiche. E’ perciò di fondamentale importanza che gli automezzi e gli operatori coinvolti nell’assistenza a dializzati, malati oncologici e immunodepressi siano attentamente monitorati e sottoposti regolarmente a controlli e analisi più rigidi.  
  3. Sanità a domicilio e telemedicina: dovremo convivere con l’emergenza ancora per molto tempo, di sicuro. Tuttavia, le altre patologie non sono in quarantena, per cui è necessario non sguarnire i normali reparti, riorganizzando con metodologie e spazi diversi i servizi sanitari, cominciando da quelli dedicati alla prevenzione (penso alle varie forme di tumori), che non possono fermarsi. Pertanto, bisogna dedicare risorse e tempo ad una forma diversa di medicina che valorizzi la telemedicina, da remoto, e soprattutto la medicina a domicilio, andando dal paziente, evitando il più possibile, che questi si rechi autonomamente in ospedale. E’ un piano che non può più aspettare e che deve vedere coinvolto il servizio 118 (altro punto di debolezza del sistema), se non vogliamo che dopo il coronavirus ci siano altre emergenze sanitarie.
  4. Crisi economica e ripresa: sulla crisi economica, al netto degli interventi governativi, (pochi, poco chiari e lenti), a livello regionale si annaspa fra slogan e mancanza di “visione strategica”. Non aver avuto la capacità di proporre un bilancio da approvare nel termine del 31 dicembre, ha comportato incredibili difficoltà nella programmazione degli interventi di spesa e nella riallocazione delle somme previste nei vari capitoli di bilancio. Così si continua a privilegiare lo scarica-barile di responsabilità tra i diversi livelli di governo, mentre la gente ha bisogno di risposte immediate. L’imperativo è mettere liquidità nel sistema incominciando a saldare tutti i fornitori del settore pubblico a qualunque livello: statale, regionale, comunale e di tutti gli enti locali. Si dovrebbero mettere a disposizione tutte le risorse regionali possibili per creare fondi di garanzia, in modo che le banche possano aumentare le somme da erogare a fronte di una garanzia regionale sui debiti e le imprese e le famiglie possano usufruire presto della liquidità erogata. Sfruttare, infine, gli Alberghi e le strutture sanitarie private (peraltro già attrezzate e dotate di personale) per supportare la degenza dei casi meno gravi di contagio e, soprattutto, agire con immediatezza.