De Luca (M5S): “Punto nascita di Patti ancora in vita, ma la Regione tace”

Il deputato regionale messinese: “Reparto graziato dagli ispettori del Ministero della salute e perciò ancora in funzione ma per quanto tempo ancora? L’Assessore Razza si svegli dal torpore e intervenga immediatamente a porre rimedio prima che sia troppo tardi, assumendosi le responsabilità di questo sfacelo”

“L’Ospedale di Lipari con il 50% delle risorse umane, il punto nascita di Sant’Agata di Militello chiuso e adesso per completare il quadro della già complessa situazione sanitaria della provincia di Messina, in attesa che l’Asp si adegui alle indicazioni volte a garantire la sicurezza delle gestanti, arriva la sospensione immediata dei parti a rischio presso l’ospedale di Patti che da hub torna a essere spoke e perciò potrà garantire solo i parti ordinari. Ecco perché ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore Razza e ho chiesto con atto ispettivo di conoscere quale sarà il crono programma dell’Asp e dell’assessorato alla salute per ripristinare le condizioni di sicurezza del Punto Nascita nei termini indicati dalle note degli ispettori ministeriali”. A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca, componente della Commissione Sanità all’Ars.

I rilievi avanzati dagli ispettori ministeriali, giunti a Patti in seguito alla morte di una partoriente il 24.10.2019 – sottolinea De Luca – hanno evidenziato alcuni aspetti di grande criticità organizzativa che hanno trovato la politica sanitaria regionale del tutto impreparata. Gli ispettori ministeriali hanno evidenziato con chiarezza un’assoluta mancanza di consapevolezza da parte del decisore regionale che pur mantenendo la terapia intensiva neonatale non ha inteso elevare l’Ospedale di Patti a DEA di 1° livello”.

“Era evidente che la scelta dell’Assessore Razza di non investire sulla classificazione dell’Ospedale di Patti come DEA di 1° livello prima o poi avrebbe avuto un costo da pagare, ma è ingiusto che a pagarlo siano i cittadini della provincia di Messina. Possiamo affermare quindi che è sottovalutata l’importanza di garantire determinati standard organizzativi e procedurali necessari a contenere i rischi connessi ai parti a rischio. Gli ispettori infatti con una nota del 2.7.2020 hanno chiesto all’assessorato alla sanità un pronto riscontro in merito alle azioni riorganizzative utili a restituire al punto nascita le condizioni di sicurezza, ma a quanto pare a distanza di ben due mesi non solo nulla è stato fatto, ma l’unica azione è stata quella di sospendere le attività relative ai parti cd. “a rischio”. Un atto evidentemente dovuto – dice De Luca – da parte della Direzione Generale dell’Asp di Messina in seguito alla notifica dell’atto da parte dell’Assessorato Sanità avvenuto con oltre 2 mesi di ritardo rispetto all’invio della nota ministeriale”.

“Insomma la Regione anziché porre rimedio – sottolinea ancora De Luca insieme ai colleghi componenti M5S della Commissione Sanità all’Ars Giorgio Pasqua, Francesco Cappello e Salvatore Siragusa – chiude i servizi a scapito dei cittadini messinesi. Le mamme di Patti, del comprensorio di riferimento, comprese le donne eoliane, hanno diritto di continuare a partorire presso il locale Punto Nascita in tutta sicurezza. La Regione deve continuare a garantire questo fondamentale servizio in condizioni di assoluta sicurezza”– concludono.

Uil: “basta scippi nella sanità”

“L’improvvisa ed improvvida decisione del Ministero della Salute di ridimensionare il Punto nascita dell’ospedale di Patti, con la conseguente ed inevitabile soppressione dell’Utin, lascia sbigottiti in quanto penalizza fortemente l’offerta dell’assistenza ospedaliera della provincia di Messina.
Si tratta di una decisione che mette pesantemente in discussione il diritto, costituzionalmente garantito, alla salute per tutti i cittadini di quel territorio.
L’importanza che riveste l’Ostetricia di Patti è sotto gli occhi di tutti.
Infatti, grazie agli oltre 1.000 nati durante l’anno, rappresenta il secondo punto nascita della provincia di Messina ed è un importante e riconosciuto riferimento per tutta la zona tirreno–nebroidea.
La chiusura dell’Utin comporterebbe che per i parti a maggior rischio le puerpere dovrebbero essere assistite dall’ospedale Papardo o dal Policlinico di Messina con gli enormi conseguenti disagi per loro e per i propri familiari“.
Così la Uil e la Uil Fpl dicono basta “agli scippi nella sanità della provincia di Messina”.
Già da tempo è stato sacrificato il Presidio di Mistretta dove e’ stato chiuso il Punto nascita con l’impegno, mai mantenuto, che sarebbe stato il Punto nascita di Sant’Agata Militello a dover farsi carico della gestione delle donne in gravidanza dell’hinterland della vasta area nebroidea.
La triste realtà è rappresentata dal fatto che il Punto nascita di S. Agata è stato chiuso ormai da mesi tranne che per l’emergenza.
Oggi, come se già non bastasse il disastro provocato nella sanità messinese, si attacca il Punto nascita di Patti.
Tutto ciò è inaccettabile”.
I sindacati chiedono all’Assessore regionale alla Salute di sospendere, con estrema urgenza, il provvedimento in questione e di intervenire presso il Ministero della Salute al fine di mantenere l’ostetricia di Patti come HUB e con annessa UTIN e  “di rivedere la classificazione del predetto nosocomio di Patti da ospedale di base a DEA di I° Livello, così come la Uil e la Uil Fpl, da diverso tempo ed insieme ai cittadini e a tante forze politiche, si stanno impegnando per il raggiungimento di tale obiettivo”.