Giustizia. Le “Riforme tempestose” aprono 25esimo congresso AIGA a Messina fino a sabato 19 ottobre

Il tema delle ‘Riforme tempestose’ ha aperto la prima giornata del 25esimo Congresso nazionale di Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) in fase di svolgimento a Messina, al Teatro Vittorio Emanuele, fino al 19 ottobre.
L’associazione presieduta dall’avvocato Alberto Vermiglio ha scelto di interpretare questa assise con un doppio titolo: ‘Sostiene l’avvocatura e ‘Governiamo il futuro’, argomenti che sono stati al centro della sua relazione introduttiva, preceduta dai saluti istituzionali del prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi, del sindaco di Messina Cateno De Luca, del presidente della Corte d’Appello di Messina Michele Galluccio, del prorettore dell’Università di Messina Giovanni Moschella, del procuratore della Repubblica di Messina Vincenzo Barbaro, del presidente del Coa di Messina Domenico Santoro, del presidente dell’Unione Fori Siciliani Massimo Dell’Utri e del presidente Aiga di Messina Ernesto Marciano’. Proprio quest’ultimo ha introdotto gli ospiti affermando: “Governare il futuro significa riuscire ad impossessarsi di questa professione ed entrare nelle sue dinamiche, cercando di essere determinati per le scelte future dell’avvocatura. I valori storici restano sempre un baluardo, come la difesa dello stato di diritto che ci hanno consegnato i nostri padri costituenti”. “Tra le proposte che porteremo ai lavori congressuali di questi giorni – ha aggiunto – ci sarà anche una riforma dell’accesso alla professione che deve essere diretto ad un esame di abilitazione, piuttosto che a una modalità di concorso pubblico come quello vigente. Come far sì che ragazzi redigano un atto giudiziario che è quello che l’avvocato fa più spesso. Impartire quindi alle giovani generazioni quello che è la nostra professione e quindi essere un avvocato”. Le altre mozioni riguarderanno il libero patrocinio “che rappresenta una buona percentuale di guadagno per molti professionisti. Occorre regolare questo aspetto – ha concluso Marcianò – perchè sia commisurato alla dignità e decorso della prestazione professionale eseguita”.
L’inaugurazione del congresso Aiga è stata affidata al sottosegretario alla giustizia Andrea Giorgis che ha affermato: “In un Paese nel quale la giustizia è assicurata in tempi adeguati e il contenzioso viene ridotto all’essenziale avremo maggiori possibilità di crescita e sviluppo. C’è un rapporto strettissimo da questo punto di vista e l’apporto che i giovani avvocati possono dare sarà importante”. “Nel processo di riforma – ha aggiunto il sottosegretario – a breve verrà presentato un disegno di legge che ha l’ambizione di riformare il processo civile, quello penale e il Csm, e al tempo stesso avviare un percorso per razionalizzare meglio e garantire istituti come il patrocinio gratuito dello Stato e l’equo compenso. In questi due ultimi casi – ha precisato Giorgis – siamo già in fase di discussione in Commissione”. Per quanto riguarda le riforme del processo civile, penale e del Consiglio superiore della magistratura a breve “verranno presentati in Consiglio dei Ministri delle proposte di legge delega. Una volta ottenuto il via libera inizierà il percorso parlamentare. In questo caso l’Aiga – ha concluso il sottosegretario – verrà sicuramente coinvolta e potrà dare il suo contributo di esperienza”. Nella relazione introduttiva il presidente nazionale Aiga Alberto Vermiglio ha dichiarato: “La prima sessione la dedichiamo alle riforme di un Paese che negli ultimi venti anni si è scoperto quasi più instabile della prima Repubblica. Come giovani chiediamo alla politica di varare delle riforme che siano sostenibili, nel più elementare concetto di regole, che possano durare nel tempo in quanto frutto di un ragionamento organico e prospettico”. “Siamo convinti – ha aggiunto – che riforme, solo nel rito del processo, tendenti alla continua riformulazione delle norme esistenti, non siano la cura giusta per un sistema vetusto che continua a specchiarsi nei fasti del passato e con difficoltà continua ad approcciarsi alle sfide del futuro”. Per Vermiglio ciò che l’avvocatura, in particolare quella giovane, non può accettare “è una visione spiccatamente giustizialista del processo che, troppo spesso, la politica propone per inseguire consensi elettorali che si pongono in posizione diametralmente opposta alla secolare cultura garantista della nostra Costituzione”. “Immaginiamo – ha spiegato – una giustizia che parta dall’aumento delle risorse e non dagli stravolgimenti a costo zero. Immaginiamo una riforma fiscale che non si limiti alla quantificazione delle aliquote, ma tenga conto anche dello sviluppo delle realtà professionali anche in quelle in forma associata. Immaginiamo – ha concluso il presidente di Aiga – una riforma delle istituzioni che muova dal risparmio degli sprechi, evitando strumentali derive territoriali”. 
Nella seconda parte del pomeriggio si è svolto il dibattito dal tema: ‘Le riforme tempestose’, moderato dal giornalista della Gazzetta del Sud Nuccio Anselmo e al quale hanno preso parte: il presidente della commissione giustizia del Senato Andrea Ostellari, il senatore Francesco Urraro, il coordinatore Ocf Giovanni Malinconico, il vicepresidente di Aiga Massimo Borgobello e il presidente dell’Associazione nazionale magistrati
Luca Poniz per il quale “l’idea della necessità di migliorare un servizio come quello della giustizia, che è vitale per la quotidianità dei cittadini, rappresenta per noi magistrati un momento utile”. Pertanto l’occasione del congresso dell’Aiga, “è fondamentale comprendere i punti dell’avvocatura e insieme, se possibile, promuovere delle proposte di riforma in una direzione comune che è l’interesse della giustizia”. Con il mondo dell’avvocatura l’Anm ha già condiviso esperienze “come i tavoli comuni sulle riforme del processo civile e penale, nell’ambito dei quali – ha aggiunto il magistrato – abbiamo trovato dei punti d’accordo. Ne è un esempio il fatto che il processo penale debba essere migliorato, snellito, riformato”. Ma a dover essere migliorato non è solo il processo. “La giustizia – ha precisato il numero uno dell’Anm – è fatta di tante altre componenti ed il processo è solo la parte più visibile” e non esaurisce il problema complessivo, per la quale risoluzione occorre aggiungere “i cancellieri, i mezzi materiali, le risorse, i palazzi di giustizia. Sono argomenti che si danno per scontato, ma non lo sono. Su questo con l’avvocatura – ha concluso Poniz – c’è una convergenza totale”.
Domani, venerdì 18 ottobre, si svolgerà una doppia seduta di lavori. La mattina tra gli ospiti, alle 10:00, interverrà il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini. A seguire il dibattito dal tema: ‘Obiettivo 2030, quali prospettive per il Paese’. Alle 11:30 in programma il dibattito: ‘L’insostenibile leggerezza dell’ordinamento giuridico’. Nel pomeriggio, alle 14:00, si terrà il confronto sul futuro sostenibile della Cassa forense; alle 15:00 si svolgerà il dibattito: ‘Sostenibilità generazionale: creare oggi per vivere domani’; alle 17:00, infine, il confronto su: ‘Professione forense, alla ricerca della sostenibilità perduta’.