“La Lezione” di Ionesco della Compagnia dell’Accademia ON STAGE al Teatro Savio 26 ottobre

Manca pochissimo ormai al debutto della Compagnia sperimentale dell’Accademia ON STAGE, che si esibirà sul palco del Teatro Savio sabato 26 ottobre alle ore 21.00 con lo spettacolo “La lezione” di Ionesco nell’ambito della stagione “Aria nuova in Me”.
La regia di questo classico del teatro dell’assurdo è affidata a Paride Acacia ed i protagonisti sono gli attori Michele Falica, Mariaconcetta Bombaci ed Emanuela Ungaro.
“Questo testo di Ionesco – spiega il regista Acacia-ci permette di leggere lucidamente il tempo che stiamo vivendo, poiché nell’epoca attuale le parole non hanno più significato, non sono più portatrici di nulla e La Lezione promuove proprio l’inconsistenza delle parole. Oggi siamo sommersi in maniera mediatica da quintali di parole che non evocano più nulla, siamo in balia di parolai al potere che usano le parole per omologarci ad un tipo di società e di vita che loro hanno pianificato in maniera coercitiva. L’arroganza del potere e del sapere coercitivo verso l’ingenua ignoranza viene praticato mediante una costante ubriacature di parole svuotate di contenuto”.
Trama:
Ci sono un professore, una governante e un’allieva. Non sono i personaggi di una barzelletta, ma i protagonisti di una delle opere più rappresentative della produzione di Eugène Ionesco, “La lezione”, che tuttavia qualche elemento di comicità, seppur paradossale, lo contiene.
Una studentessasi presenta alla casa di uno stimato professore per ricevere alcune ripetizioni di matematica e filologia al fine di conseguire il “dottorato totale”. Ad accoglierla e ad annunciarla, dopo aver rassettato la stanza dove si terrà la lezione, è una governante che ogni tanto farà la sua comparsa in scena.
Tra allieva e professore si instaura sin da subito un rapporto amichevole, con un continuo scambio di gentilezze e smancerie: è tutto un “mi scusi, no mi scusi lei”, accompagnato da lodi reciproche. Poi inizia l’interrogazione: il professore pone alla ragazza domande di una banalità disarmante («quanto fa uno più uno?»), rimanendo esterrefatto nel constatare come lei sappia dare una risposta a tali quesiti. Quando però l’allieva inizia a incontrare delle difficoltà, la situazione muta e l’animo dell’insegnante comincia a scaldarsi.