L’altra faccia del coronavirus, a Messina un altro bar abbassa la saracinesca per sempre: “In fumo il sogno di una vita” [VIDEOINTERVISTA]

Rossana Mento Roxy Bar

Rossana Mento, imprenditrice di Messina, chiude il suo bar dopo dieci anni di attività: “Impossibile andare avanti. Il coronavirus ci ha tagliato le gambe”

Un’altra attività commerciale che non rialzerà mai più la saracinesca. Messina, ormai completamente fuori dalla pandemia, inizia a fare i conti con l’altra faccia dell’emergenza coronavirus: la crisi economica.

I commercianti arrancano e rialzare le saracinesche dopo due mesi di stop, con gli affitti e le bollette arretrati, per molti è quasi un’utopia. La ripresa, dopo mesi di lockdown è difficilissima e i numeri lo dimostrano.

Da un sondaggio condotto da Confesercenti ed Swg emergono dati poco rassicuranti anche per Messina e provincia: su un campione di 180 intervistati nei vari settori d’impresa nel territorio metropolitano, si evince che l’avvio è stato veramente positivo solo per parrucchieri e barbieri, il 62% dei quali si è dichiarato soddisfatto dagli incassi, con una percentuale superiore rispetto alla media del sud Italia (54%).

Le cose peggiorano per ristoranti, pizzerie e trattorie, la percentuale di insoddisfatti è del 49,77%. Quella del credito alle aziende resta la spina nel fianco per gli imprenditori di tutte le categorie.

Lo sa bene Rossana Mento, imprenditrice e mamma di tre figli che, proprio ieri ha dovuto consegnare le chiavi della sua attività, un piccolo bar sul viale Principe Umberto sul quale aveva scommesso tutto e che negli anni è stato fonte di sostentamento per la sua famiglia.

Il “Roxy Bar” per ben 10 anni è stato punto di riferimento per gli abitanti della zona e per la clinica Carmona, che si trova proprio a pochi metri di distanza. Da ieri il bar ha chiuso definitivamente i battenti a causa dei costi di gestione divenuti insostenibili. Nelle parole di Rossana c’è tutta l’amarezza di chi vede andare in fumo il sogno di una vita: “Il coronavirus ci ha ammazzato. Aspettavamo più aiuti dallo Stato, ma 600 euro dello Stato non bastano per rimetterci in sesto. A queste condizioni è impossibile andare avanti”.  Ecco la videointervista: