Lombardo, MessinaServizi Bene Comune: “La non adozione del Piano Industriale non è una bocciatura politica”

Il presidente del Consiglio di Amministrazione di MessinaServizi Bene Comune, Pippo Lombardo, precisa in una nota che: “La non adozione del Piano Industriale non è una bocciatura politica. Un piano industriale, per una gestione aziendale per i prossimi 7 anni e per un fatturato di oltre 200 MILIONI di euro, non si può approvare sotto la pressione e la minaccia di uno sciopero di settore. L’azienda ha in atto un contratto di servizio, il Comune ha un Piano ARO approvato, e se fino ad adesso non ha fatto i dovuti investimenti, sicuramente non è colpa di questo CdA. Appena insediatoci, abbiamo dato subito mandato, con deliberazione del CdA del 20 agosto scorso, al DG di richiedere i necessari adempimenti amministrativi per il raggiungimento degli obbiettivi del cronoprogramma inviato anche alla Regione Siciliana, per il raggiungimento del 30% al 1 ottobre e del 65% a luglio 2019. Fino ad oggi abbiamo ricevuto solo tre versioni di un piano industriale che non dimostra come raggiungere tali obiettivi. Un piano industriale non può prevedere 7 milioni di investimenti per mezzi, senza un adeguato dimensionamento e oltre 20 milioni di euro per ricambi automezzi e manutenzioni automezzi. Anche ad uno sprovveduto qualsiasi dovrebbe subito saltare agli occhi un dato così macroscopico, non capisco perché UIL e CGIL vedono la pagliuzza e non vedono la trave! Le suddette sigle sindacali, se veramente avessero avuto a cuore le sorti di questa azienda, il piano dovevano pretenderlo subito, prima che la stessa società iniziasse l’attività. Il sottoscritto e l’intero CdA ribadiamo che, sottopressione, per non dire sotto minaccia, non approveremo mai un Piano Industriale, che percorre logiche che non ci appartengono e cioè quelle degli annunci e non degli obiettivi certi da raggiungere. Chi di competenza ha tutti gli strumenti per attuare un piano ARO approvato già dal Consiglio comunale e il contratto di servizio, che consentirebbero a questa azienda di funzionare e di non lasciare il personale a rischio nell’espletamento del proprio lavoro. Per la paventata privatizzazione, dico solo che, se si fossero seduti al tavolo, avrebbero ascoltato con le proprie orecchie e visto con i propri occhi che le cose non stanno nei termini presentati dalle suddette OOSS. La privatizzazione la vuole chi non mette realmente questa azienda nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi di legge”.