Masciulli Edizioni. “L’Angelo della Musica”: alla scoperta della poesia di Annagrazia Ruscitti

“Le mie poesie danno voce ai desideri profondi dell’uomo, che reclama e aspira alla felicità e all’amore, senza più dubbi né incertezze”. Sono queste le parole della scrittrice Annagrazia Ruscitti, autrice della raccolta poetica “L’angelo della Musica”, edita dalla casa editrice Masciulli Edizioni, di Alessio Masciulli.

Psicoterapeuta, madre, vincitrice di diversi premi letterari e con esperienza di assessore alla cultura e al sociale presso il comune di Raiano, Annagrazia scrive dall’età di 14 anni. “La poesia, a giovane età, riempiva l’insicurezza e i vuoti propri dell’adolescenza, colorando e dando voce a quel dissidio interiore che appartiene proprio a quel periodo della vita ed al primo approccio all’amore”, afferma l’autrice. Poi, dopo un periodo di silenzio, nel 2016, la scrittrice, spinta dall’arrivo di una persona che non solo ha cambiato la sua vita personale, ma anche quella poetica, si rimette in gioco.
In un mix di emozioni dove la biografia diventa materia poetica, Ruscitti elabora e dà alla luce “L’ Angelo della Musica”, una silloge divisa in quattro parti. La prima vede poesie che riportano all’amore per la vita, che invitano a riflettere sul suo significato, sul percorso del vivere che è un viaggio attraverso scelte, sogni, desideri, delusioni, speranze, amore. Nella seconda parte, il sentimento per l’amato domina la scena, attraverso poesie in cui la vicenda d’amore prende forma come un miracolo del vivere, un dono che il cielo fa all’uomo. Nella terza parte la vita dell’amato, il chitarrista Federico Quercia, la sua esperienza esistenziale molto particolare ed unica da musicista vissuto per anni in Nuova Zelanda, Australiae Cile; la sua sensibilità e la sua filosofia di vita, diventano l’ispirazione per mostrare quanto l’amore sia fatto di ogni aspetto dell’altro e si nutra di ogni suo particolare, generando grandi emozioni e mettendo in movimento la vita di entrambi. La quarta parte contiene poesie che generano un’emozione leggera e giocosa, ricordando con immagini, ritmo e senso, quanto la parola sia catartica e riesca a giungere con immediatezza all’anima di chi legge, nutrendola di emozioni e riconducendola a valori universali.
La musicalità nel testo è una colonna portante : “La musica dei miei testi si nutre del linguaggio parlato, del ritmo naturale – spiega la Ruscitti -, dell’idioma proprio di questo nostro periodo storico, dettato da velocità, difficoltà all’ascolto, in cui le immagini dominano la scena e la musica ha un ritmo quasi parlato. L’adattamento ritmico dei versi è in parte inconsapevole, così come la poesia di fondo è creatura inconsapevole. Nella mia vita la musica è sempre stata presente. Suono la chitarra per diletto dai 12 anni ed ho scritto anche canzoni”.
Conoscendo l’opera e l’autrice, ecco l’intervista ad Annagrazia Ruscitti.
Perché il titolo “L’Angelo della Musica”?
Il titolo è un riferimento all’uomo amato, vissuto da me come un angelo messaggero d’amore, in grado di generare la forza dirompente dei sentimenti che emergono attraverso le poesie del libro. Nella mia vita, in un momento di profonda rinascita, ho avuto la fortuna di incontrare un uomo meraviglioso, che mi ha ricondotta con fiducia all’amore. Il suo amore ha ridato alla mia vita la scintilla divina che mi ha riportato a me stessa.
Il viaggio e i racconti: quanto questi due aspetti hanno caratterizzato la raccolta? E che valore hanno?
Il viaggio e il racconto sono aspetti della vita umana presenti nell’inconscio di ognuno di noi. La vita stessa rappresenta il viaggio per eccellenza richiamato nella raccolta di poesie. La vita merita sempre di essere narrata, svelata attraverso il racconto, che dà ad ogni esistenza il giusto riconoscimento rendendola degna di essere vissuta.

“Ma l’amore è un alito/che passa e si dona/ si dona si/ senza limiti e misura/e poi attende/ il tempo del raccolto”.
L’amore cos’è per te? O meglio per il poeta che è in te? Il “raccolto” è necessario per l’amore e l’amare?
L’amore è uno stato d’animo di piena consapevolezza di sé, della vita e dell’altro. Un regalo che il cielo fa a chi vuole davvero l’amore. È anche un dono che può far toccare il cielo, ma allo stesso tempo può far sentire fortemente il dolore. L’amore vero ci mette sempre davanti alla paura delle perdite. “Attende il tempo del raccolto”, significa per me che il vero momento in cui si sperimenta la forza dell’amore, è nella prova, che sempre sistematicamente arriva.
Amore e psiche: quando si guarda per davvero il proprio amato, inevitabilmente ci sono delle “prove” da sostenere. Due tipi di prove: quella verso lo stesso amato nell’accettazione del suo io e per ciò che è davvero e lo stare con questo in caso di avversità. Si ritrova con questa analisi?
Il tema del mio libro è proprio questo: la conquista dell’immortalità attraverso la ricerca dell’Amore, che si raggiunge necessariamente attraverso prove da superare. L’amore da una parte chiede il raggiungimento di una buona conoscenza di sé che consenta un riconoscimento dell’altro come portatore di una bellezza sempre nuova e sempre da scoprire, dall’altra non si può verificare la sua forza se non davanti alla difficoltà di stare con l’amato o con il rischio di perderlo.
Amore, mente e anima: trinomio indispensabile. Tre fattori che nella sua poesia si avvertono pienamente. Una poesia, per lei, nasce sempre da questi tre aspetti? Qual è la sua genesi creativa?
L’essere umano è una totalità di corpo, mente e anima. L’amore è la forza che collega ogni aspetto della vita umana e dirige le scelte. L’amore è la forza motrice che spinge la mente a dare forma ai desideri che provengono dalla profondità dell’essere, dal mondo inconscio presente in ognuno di noi. La poesia si nutre di parole che trovano senso attraverso immagini e un ritmo, che provengono dall’anima, ma sempre in relazione con il vissuto di chi scrive. Scrivere poesie non è mai un atto razionale, ma un dare accesso, in modo inconsapevole, ad emozioni e verità presenti nell’inconscio. Il poeta stesso non sa cosa sta scrivendo, se non dopo che la poesia è stata scritta. Ogni poesia genera meraviglia prima di tutto in chi scrive.