Messina, le iniziative di UniMe per il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel lager nazista di Auschwitz, da allora quella data è diventata la Giornata della Memoria che viene commemorata in tutto il mondo.
Martedi 28 gennaio 2020, nell’ambito delle iniziative commemorative dell’Università di Messina, l’Aula Magna del Rettorato (a partire dalle ore 9.30) ospiterà un convegno intitolato “Memoria contra antisemitismo. La voce di Edith Bruck“. Dopo o saluti istituzionali, all’evento introdotto e coordinato dalla prof.ssa Paola Ricci, interverranno i docenti Antonino Carabellò (I.I.S. “La Farina Basile), Marco Centorrino (Dipartimento DiCAM), Dario De Salvo (Dipartimento COSPECS) e Giuliana Gregorio (Dipartimento COSPECS).
Edith Bruck, poetessa, scrittrice e regista di origine ungherese, è nata nel 1932 (ultima di sei figli all’interno di una povera famiglia ebrea). Nel 1944 il suo primo viaggio la porta, poco più che bambina, nel ghetto di una città dell’Ungheria settentrionale e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua e la cultura.
Nel pomeriggio, alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli point, verrà, invece, presentato “Racconto” di Edmond Jabès. Si tratta di un poemetto mediante il quale l’autore – attraverso la metafora del rapporto tra oceano e isola, acqua e terra, stabilità e frattura – esplora ancora una volta con profonda acutezza il rapporto fra Io e Tutto, la geografia interiore e le contraddizioni di questo ‘io’.
All’iniziativa interverranno la prof.ssa Giuliana Gregorio, la dott.ssa Caterina Pastura, traduttrice del testo, e la dott.ssa Caterina Resta, autrice dell’introduzione. La manifestazione, organizzata dalla Casa editrice Mesogea e dal Centro Europeo di Studi su Mito e Simbolo dell’Università di Messina, intende ricordare uno dei maggiori poeti contemporanei di lingua francese, nato al Cairo da una famiglia di ebrei sefarditi ed esiliato a Parigi (dove è morto nel 1991) a causa della crisi di Suez (1956) che ebbe come conseguenza l’espulsione degli ebrei dall’Egitto. Jabès affermò che “Non si racconta Auschwitz. Ogni parola lo racconta” e si può dire che tutta la sua vasta produzione letteraria rechi impressa questa ferita.