Nasce “Amministratori Condominiali Messinesi”, un nuovo comitato al Servizio dei Cittadini.

Nasce “Amministratori Condominiali Messinesi” un comitato spontaneo per volontà di molti amministratori condominiali professionisti che operano nella provincia di Messina.
Il comitato, come spiega la nota di presentazione dello stesso: “è formato da professionisti del settore che hanno intrapreso, da tempo ormai, l’attività di amministrazione di stabili condominiali, acquisendo capacità e professionalità che, anche alla luce della riforma del condominio introdotta con la legge 220/2012, sono sempre più richieste per lo svolgimento di questo importante quanto delicato ruolo.
Tra gli obiettivi che “Amministratori Condominiali Messinesi” si pone vi è quello di diventare punto di riferimento per tutti coloro che, svolgendo la professione di amministratore condominiale, vogliono interagire con altri colleghi per migliorarsi, per supportarsi, per rendere meglio il loro lavoro, per difendere gli interessi della categoria, a volte delegittimata, altre volte additata, peraltro sempre ingiustamente, come autoreferenziale o, peggio, poco trasparente.
E’ bene chiarire che l’amministratore di un condominio non ha soltanto il compito di riscuotere le quote condominiali e pagare i fornitori, ma è il tramite attraverso il quale lo stabile si rapporta con il mondo esterno. la legge 220/2012 ha certamente elevato la figura dell’amministratore condominiale, ma questo riconoscimento ha comportato una serie di obblighi e di doveri per assolvere i quali occorre la conoscenza delle normative ed una “preparazione di campo”.
“Amministratori Condominiali Messinesi” è apertamente favorevole alla raccolta differenziata, recentemente oggetto di alcune ordinanze sindacali della città di Messina, ma ritiene indefettibile ed irrinunziabile un confronto sistemico con le autorità, non potendo e non volendo rendersi ne’ meri collaboratori del comune di Messina e/o delle sue partecipate, ne’ subire passivamente gli effetti di provvedimenti del tutto ineseguibili nella maggior parte degli stabili condominiali, specialmente in quelli del centro. meno che meno può essere accettato che l’amministratore condominiale sia considerato soggetto responsabile tout court in caso di mancata attuazione del disegno delle autorità, specie quando appare a tutti evidente che quel disegno non può essere realizzato nei termini in cui è architettato.
E’ solo attraverso il dialogo costruttivo e non semplicemente imposto che possono avviarsi interessanti e proficui percorsi di condivisione, in cui la professionalità dell’amministratore è al servizio non solo dei condomini, ma della comunità in cui opera.
Chiunque svolga la professione di amministratore di condominio sarà il benvenuto, se lo desidera, nel comitato. per eventuali adesioni o anche solo per informazioni potete scrivere a amministratoricondominimessina@gmail.com, sarà a breve creata un pagina facebook e un gruppo facebook, per permettere anche ai cittadini di poter avere risposte e confronti immediati, in merito alle problematiche di natura condominiali.
In merito alle ultime notizie emerse a mezzo stampa e social delle dichiarazione del Sindaco di Messina cateno De Luca, Il Comitato Amministratori Condominiali Messinesi ritiene di intervenire, riguardanti asserite morosità nel pagamento del consumo di acqua fornita dall’Amam.
Premesso che “Amministratori Condominiali Messinesi” ritiene che la fornitura di acqua debba essere pagata da tutti indistintamente coloro che se ne servono, siano essi privati, che esercizi commerciali, che condomini e plaude ad iniziative volte alla riduzione delle esposizioni debitorie, ma che non condivide l’indiscriminata chiusura delle utenze condominiali morose così come minacciata.
Tuttavia è del parere che questioni come quella in oggetto non possano e non debbano prestarsi come occasioni per attaccare né la categoria degli amministratori condominiali, né i professionisti che di quella categoria fanno parte, ed il comitato esprime solidarietà nei confronti del collega oggetto di un gratuito attacco ad opera del Sindaco che tra decine di migliaia di utenze morose, cita solo ed esclusivamente il suo nome; tale attacco, infatti, appare frutto più di una strategia politica volta a delegittimarlo quale avversario nelle competizioni elettorali che funzionale all’esposizione della problematica in questione.
Probabilmente, anzi sicuramente, il sindaco di un comune che si trova in stato di predissesto non deve avere chiaro il rapporto che intercorre tra l’ente gestore dell’acqua e i condomini.
Proviamo, dunque, a chiarire la vicenda.
Se un condominio è indebitato con l’Amam non necessariamente è perché l’amministratore ha distratto per fini personali i soldi che i condomini hanno versato, ed anzi spesso non è questa la ragione.
Gli amministratori condominiali sono di norma professionisti, che si sono formati attraverso studi e specializzazioni, e con decine di anni di esperienza, e pertanto, seppur con i dovuti distinguo, meritano certamente rispetto, e le ragioni delle numerose esposizioni debitorie sono molteplici e variegate non ultima il malcostume radicato in molti di considerare i canoni condominiali come debiti secondari, posticipandone il loro pagamento.
Se è vero  – prosegue la nota – che gli amministratori condominiali possono e devono attivarsi nel recupero dei crediti da parte dei condomini morosi, è altrettanto vero che le procedure di recupero giudiziario, prima, ed esecutivo, dopo, sono molto lunghe, per recuperare un credito occorrono mediamente 5 anni.
Alla lunghezza delle procedure si aggiunge anche il rischio di insolvenza dei condomini morosi, i quali spesso sono a loro volta indebitati con terzi, spesso banche, che normalmente sono garantite nelle procedure esecutive in quanto creditori privilegiati.
Il risultato quindi è che anche se il Condominio interviene nella procedura, spesso e volentieri non partecipa alla distribuzione del ricavato dalla vendita perché semplice creditore chirografario vanificando così ogni possibilità di recupero.
A quel punto, non resta che da fare una sola cosa, ossia i condomini puntuali nei pagamenti devono accollarsi il debito dei morosi, ma per far questo occorre l’unanimità dei condomini.
Sulla vicenda dei contatori personali, sembra di assistere al medesimo format della raccolta differenziata, ossia la tendenza a voler risolvere un problema importante adottando soluzioni a lungo periodo e di difficile fattibilità che certamente non risolve il problema del pregresso debito accumulato.
Installare contatori personali in un condominio non è certamente semplice, come vuol fare credere il sindaca nei suoi video social, invero, occorre individuare un’area in cui predisporre un armadietto o un nicchia che sia facilmente raggiungibile dai letturisti dell’AMAM ed una delibera condominiale. Ma il più delle volte, tale soluzione è impraticabile poiché occorre rifare l’impianto di adduzione di sana pianta, facendo passare i nuovi tubi attraverso i muri. Se tale soluzione quindi può essere prevista per i palazzi di nuova realizzazione, essa non è spesso di facile attuazione per i palazzi esistenti. E di ciò non si può muovere alcuna accusa agli amministratori di condominio.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco De Luca a maggiore rispetto per la categoria degli amministratori di condominio di cui ci onoriamo di essere parte.
Come sempre siamo disposti a partecipare ad incontri in cui discutere il problema e offriamo la nostra collaborazione per adottare soluzioni praticabili, nel rispetto delle norme e dello stato in cui si trovano i fabbricati amministrati. Non si può invece accettare che il Sindaco accusi gli amministratori di condominii morosi, sia pur genericamente, di rubare i soldi ai loro amministrati, delegittimando tutta la categoria incrementandone le difficolta già esposte nel recupero delle quote condominiali.
D’altro canto, – conclude la nota – non si comprende il perché il comune o altri enti pubblici possano vantare il ruolo di paladini del rispetto delle regole e del pagamento dei debiti, quando l’esempio che ci offrono sono proposte transattive a saldo e stralcio allorché i crediti da pagare sono quelli dei cittadini (e dunque nostri) e i debitori sono proprio detti enti pubblici.”