Palagiustizia, MessinAccomuna: Il M5S si apre al buon senso. Suona il “De Profundis” sulle fantasie di De Luca.

Apprendiamo con soddisfazione che, dopo mesi di sollecitazioni esplicite, di valutazioni di documenti, di richiesta di attivazioni parlamentari, il Movimento 5 Stelle ha finalmente rotto gli indugi e chiarito che, a volte, anche in politica il buon senso prevale sull’ottusaggine. Si è perso un anno di tempo per andare dappresso a strane fantasie del Sindaco De Luca, ma finalmente l’interesse pubblico prevale. A parlare in una nota, che riportiamo in versione integrale,  MessinAccomuna laboratorio di partecipazione civica, di cui l’ex sindaco Renato Accorinti e parte della sua ex giunta risultano i promotori, la nota prosegue;
Ripercorriamo i fatti. Nei primi mesi del suo mandato il Sindaco dichiarava di voler stoppare il protocollo d’intesa sottoscritto tra l’Amministrazione Accorinti, i Ministeri della Giustizia e della Difesa e il Demanio che portava dopo circa 30 anni a soluzione la vicenda della realizzazione del secondo Palazzo di Giustizia a Messina, ponendo fine a una situazione assurda anche per lo spreco di denaro pubblico. Il disegno del Sindaco era di azzerare quell’accordo e spostare la realizzazione dell’opera al parcheggio di via La Farina (è la stessa area oggetto di attenzione da parte di personaggi implicati nell’indagine “Beta”), per un progetto molto più costoso, non finanziato, urbanisticamente incompatibile, di forte impatto sul traffico urbano in una zona già congestionata. Una follia tecnica, amministrativa e burocratica. Arrogandosi competenze ormai non più proprie per legge, su fondi non propri del Comune, il Sindaco metteva nero su bianco questa richiesta in una nota di ottobre 2018 che, per le notizie infondate, rasenta il falso in atto pubblico.
Per fare chiarezza sulla vicenda, a inizio gennaio messinAccomuna faceva pervenire a Francesco D’Uva una proposta di interrogazione parlamentare, chiedendo al Ministro della Giustizia di chiarire nella massima sede istituzionale la necessità di attuare il protocollo del febbraio 2017. Il laboratorio sfidava il Sindaco a chiarire oscuri aspetti procedurali e, di fronte a risposte supponenti e insultanti, attivando a inizio febbraio un “accesso civico generalizzato”. La risposta pervenuta un mese dopo evidenziava quanto già denunciato: assenza di ogni progetto, evidenza della incompatibilità del “fosso” col PRG, inesistenza di ogni finanziamento aggiuntivo.
Ottenute queste risposte, tornavamo alla carica del Movimento 5 Stelle, ricevendo ancora messaggi di attesa: la lettera di ottobre del Sindaco aveva rallentato l’attività del Demanio, in attesa di una risposta da parte del Ministero della Giustizia che perveniva solamente alcune settimane fa e, su questa base, la Sen. D’Angelo e l’On. D’Uva dichiaravano finalmente, alla vigilia delle elezioni europee, di aver depositato una interrogazione parlamentare per chiarire la vicenda del Palagiustizia.