Rifiuti: Cisl, uscire da crisi e guardare al futuro. Soggetto privato ultima spiaggia

«Da due settimane tutto ciò che ascoltiamo sono dichiarazioni volte alla ricerca di un capro espiatorio e non di soluzioni immediate. Serve un progetto, anche a lungo termine, che possa garantire un servizio di raccolta, spazzamento e igiene ambientale all’altezza degli standard europei perché il fallimento di Messinambiente ha condizionato, condiziona e rischia di condizionare pesantemente anche le sorti di Messinaservizi». Così Letterio D’Amico, segretario provinciale della Fit Cisl Messina, interviene nel dibattito sull’emergenza del servizio di raccolta dei rifiuti.

«In consiglio comunale – ricorda – ha tenuto banco la pronuncia del Tribunale fallimentare che ha prodotto l’ipotesi di liquidazione anche per Messinaservizi supportata da un parere espresso dal segretario comunale. Secondo noi – sostiene D’Amico – invece, al caso di specie non va applicata la legge Madia perché questa si riferisce al fallimento di società a “controllo pubblico titolari di affidamenti diretti” e la Messinambiente S.p.A. in liquidazione e il rapporto tra essa e il Comune di Messina non corrispondono a tale fattispecie. La Messinambiente è una società mista di cui il Comune comprò temporaneamente (a fine 2006) le quote del privato che le cedette ma non cambiò mai lo statuto per renderla a totale controllo pubblico».

D’Amico ripercorre cronologicamente gli affidamenti del servizio.

«Messinambiente – ricorda D’Amico – fu titolare di affidamento diretto da parte del Comune di Messina dal 1998 al 2010. A fine 2004, quando il Comune di Messina affidò l’intero ciclo dei rifiuti all’Ato Messina 3, quest’ultimo subentrò nel contratto Comune – Messinambiente al posto del Comune, dal 2005 al 31 dicembre 2010. Dal 1 gennaio 2011 al 30 settembre 2013 l’Ato Messina 3 prorogò il suddetto contratto agli stessi atti e condizioni. Quando l’Ato Messina 3 cessò di operare per decreto regionale, il Comune di Messina, ritenendo cessato il contratto con la Messinambiente e non volendolo prorogare ulteriormente, nelle more di un nuovo affidamento (realizzatosi poi con la Messinaservizi in data 27 luglio 2017), utilizzò ordinanze contingibili ed urgenti con le quali disponeva che Messinambiente garantisse la prosecuzione dei servizi di pubblica utilità di raccolta, trasporto rifiuti e spazzamento».

La ricostruzione del segretario della Fit Cisl continua: «Fu così che dalla prima ordinanza, la n. 185 del 1 ottobre 2013 ex art. 191 del D.Lgs. 152/2006 s.m.i., Messinambiente proseguì lo svolgimento dei servizi senza un affidamento, sulla base di perizie associate alle varie ordinanze (ex art. 191 fino al 30.06.2015 e poi ex art. 50 del TUEL) fino al 28 febbraio 2018. Il 1 marzo 2018, semplicemente senza fare un’ulteriore ordinanza sindacale, Messinambiente cessò di svolgere i servizi di raccolta, trasporto rifiuti e spazzamento e divenne operativo il contratto di servizio del 27 luglio 2018 che affidava alla Messinaservizi Bene Comune i servizi di raccolta e trasporto di rifiuti e spazzamento a Messina».

A conclusione D’Amico chiede di «approfondire tutte le questioni legali e normative, perché si faccia tutto il possibile affinché il servizio dei rifiuti rimanga interamente pubblico. Sia in provincia che nella vicina Catania – afferma – ci sono state tante esperienze negative per poter affermare che la soluzione del soggetto privato è l’ultima spiaggia alla quale aggrapparsi qualora tutte le altre alternative si rivelassero non percorribili».