Roma, «Denunciata per aver dato del “Buffone” a Salvini»

La vicenda della signora Eleonora, descritta nell’edizione online del Corriere, fermata dalla polizia venerdì scorso a Borgo Pio dove aveva contestato il vicepremier. «Volevo esprimere il mio dissenso ma mi è stato vietato. È assurdo, la polizia dovrebbe prendersela con i potenti»

«Quello che è grave non è tanto ciò che mi è successo venerdì scorso fuori dalla Lumsa a Porta Castello, ma il fatto che non esiste che ci sia qualcuno che ti dica di non fischiare, di non esprimere dissenso, e che invece di fermare gli spacciatori e i potenti che comandano in questa città se la prende con signore di una certa età». Ci ha pensato tre giorni, ha rinunciato – almeno per ora – a presentare denuncia in commissariato, ma adesso la signora Eleonora, da vent’anni residente nel rione Borgo a Roma, con un passato nel mondo della comunicazione, ha deciso di raccontare quello che le è accaduto il 9 novembre scorso in occasione della partecipazione del ministro dell’Interno e vice premier Matteo Salvini a un convegno sul fenomeno delle sette organizzato nell’ateneo privato dal Dipartimento della pubblica sicurezza e dall’associazione Giovanni XXIII.

I fischi alla pecorara
Una contestazione al leader leghista che le è costata una denuncia a piede libero, oltre a un’informativa inviata in procura dalla polizia in cui si ipotizza il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Signora, ci racconti. «Erano le 11.30 e tornavo a casa con una busta della spesa. A Porta Castello ha visto un gruppo di persone sul marciapiede di fronte all’università. Mi hanno detto che arrivava Salvini e allora mi sono fermata per manifestare contro di lui. C’erano studenti, commercianti, residenti. Per strada auto della polizia che ostacolavano il traffico. Forse qualcuno voleva contestarlo come me, ma alla fine l’ho fatto solo io». Cioè? «Quando è arrivato Salvini ho fischiato alla pecorara – con le dita in bocca – e poi gli ho gridato pure “buffone” e “ridicolo”. E mi sono trattenuta. Dalla parte opposta della strada si sono avvicinati quattro poliziotti in borghese, uno con il distintivo in evidenza. Un altro mi ha detto: “Lei non può fischiare”. E io allora gli ho risposto: “Io dissento, siamo in un paese democratico e quindi dissento”. Mi sono rimessa le dita in bocca per fischiare e loro mi hanno bloccato, tutti e quattro. Sono anche scivolata nel tentativo di divincolarmi e mi hanno ritirato su, almeno così mi hanno raccontato alcune persone che hanno assistito alla scena. Qualcuno è anche intervenuto in mio aiuto».

«Ho rifiutato di dargli i documenti»
E poi? «Mi hanno chiesto i documenti, ma ho detto loro che non li porto mai dietro quando vado a fare la spesa e allora mi hanno caricato in macchina per andare al commissariato Borgo, che è qui vicino. Li mi conoscono tutti, porto a spasso il cane e li incontro spesso. Erano tutti stupiti di vedermi così. Una volta a bordo dell’auto ho cercato meglio nelle tasche e ho trovato i documenti che ho consegnato subito a un poliziotto. In commissariato sono rimasta un paio d’ore. Poi mi hanno lasciato andare dopo avermi denunciato per l’articolo 651 (rifiuto di fornire le proprie generalità). Volevo controdenunciare il poliziotto che mi aveva impedito di fischiare, ma alla fine ho lasciato perdere. Ma chi me lo fa fare? E poi lui stesso mi ha detto che avrei rischiato un’altra denuncia per calunnia perché secondo lui avrei cercato di prenderlo a calci». Secondo lei c’è una specie di morale in questa storia? «Quello che mi ha mandato fuori di testa sul momento è il fatto di essere stata fermata mentre contestavo Salvini. Che in tre-quattro mesi l’aria in Italia è cambiata fino a questo punto, che c’è un accanimento contro le persone che esprimono dissenso e contro chi è di colore. A San Lorenzo, invece, ad esempio, è morta una ragazza e nessuno contrasta gli spacciatori. I poliziotti devono sapere che non è pericoloso chi contesta, le vecchiette non rappresentano un rischio per la sicurezza, ma lo è invece chi è potente, i clan mafiosi e altri che comandano in centro».