“Salva Messina” O.R.S.A. non firma ma resta aperta al confronto

L’assemblea dei lavoratori O.R.S.A. ha deliberato la non firma del piano “Salva Messina” ma resta aperto il confronto con l’amministrazione.
in allegato il Verbale Completo dell’assemblea:

Verbale di assemblea
Alle ore 18,30 del giorno 15 ottobre 2018 si dà inizio ai lavori dell’assemblea degli iscritti del Sindacato ORSA per valutare la grave situazione economica delle casse Comunali, denunciata dal Sindaco De Luca dopo il suo insediamento, e decidere la posizione che il sindacato di Base dovrà assumere tra le ipotesi del piano di riequilibrio (Salva Messina) e/o quella dell’eventuale dissesto finanziario dell’ente. E’ presente una delegazione di lavoratori in rappresentanza di ogni settore ove la sigla è presente. In rappresentanza della Segreteria Confederale è presente il Segretario Generale Mariano Massaro e per i settori i Segretari Giovanni Burgio (TPL), Gianmarco Sposito (Ferrovie), Antonio Currò (Appalti).. Per il settore Servizi Igiene è assente la Segretaria Francesca Fusco che ha delegato l’assemblea a decidere e si riserva di sottoscrivere il presente verbale. Sono inoltre presenti lavoratori non iscritti e rappresentanti di altre sigle sindacali. In premessa il Segretario Massaro chiede di far partecipare alla discussione i soggetti esterni all’organizzazione presenti all’assemblea aperta, col fine di valutare le loro opinioni e acquisire ogni elemento utile alla delibera conclusiva. L’assemblea approva.
Dopo ampio dibattito si delibera quanto segue:
• l’assemblea dei lavoratori aderenti all’ORSA dà atto al Sindaco di aver agito con la massima trasparenza, illustrando alla città il dettaglio dei bilanci e coinvolgendo nella discussione TUTTE le parti sociali, nonostante l’iniziale richiesta di tavoli separati avanzata da alcune sigle sindacali. Tale condotta della vertenza ha, di fatto, rotto con le dinamiche ermetiche del passato che vedevano l’Amministrazione Comunale e le direzioni delle Società partecipate scegliersi controparti sociali di “comodo” e chiudere la porta in faccia al diritto di dissenso.
• Pur prendendo atto dell’apertura al confronto da parte del sindaco e dei significativi passi avanti fatti dall’amministrazione in tema di garanzie occupazionali, l’assemblea non può conferire mandato alla Segreteria Confederale di sottoscrivere il “Salva Messina”. L’assemblea precisa che la non adesione al “Salva Messina” non è una dichiarazione di guerra preconcetta all’amministrazione comunale, è scelta doverosa in rispetto del ruolo del sindacato che ha il compito statuario di difendere i lavoratori e la comunità nel suo complesso valutando di volta in volta i singoli provvedimenti. Sarebbe anomalo che una decisione che attiene al Consiglio Comunale fosse presa preventivamente da un soggetto sociale che non ha poi diritto di parola e di voto nella sede deputata.
• Posto che il dissesto è valutazione che attiene alle condizioni economico-finanziarie oggettive dell’Ente, l’assemblea ritiene che l’ennesima rimodulazione del Piano di riequilibrio economico salverebbe la classe dirigente che ha messo in ginocchio la città e chiamerebbe la comunità a sacrifici simili a quelli previsti dal default, con la differenza che pagherebbero solo i cittadini mentre amministratori e politici rimarrebbero tranquillamente ai loro posti e si rinuncerebbe alla possibilità, laddove esistessero le condizioni oggettive del dissesto, di abbattere di circa il 50% la massa debitoria.
• L’assemblea dei lavoratori ORSA prende le distanze dalle parti sociali che solo oggi parlano di macelleria sociale, atteggiamenti “fascisti” e diritto al dissenso, quando in passato sono stati organici alle gestioni allegre delle partecipate, ATM in particolare, che prosciugava risorse pubbliche, ben oltre quelle previste nel piano di riequilibrio della giunta Accorinti, per sovvenzionare la propaganda dell’azienda “fiore all’occhiello” soprattutto in fase di campagna elettorale. L’Assemblea prende le distanze da chi, durante la passata amministrazione della partecipate, ha sottaciuto le pressioni contro i lavoratori non allineati al diktat imperante che, fra l’altro, ha prodotto lo sperpero di risorse pubbliche oggi alla base dei bilanci in rosso. L’assembla stigmatizza l’atteggiamento bifronte di chi oggi invoca unità della lotta per riempire le piazze ma ieri chiedeva tavoli separati dal sindacato di Base, nel tentativo di monopolizzare il diritto di rappresentanza. L’ORSA evidenzia convintamente la differenza fra il sindacalismo di Base e i soggetti sociali che durante l’Amministrazione Accorinti si sono resi organici al massacro dei lavoratori fuori dal coro. Vale la pena ricordare che il rappresentante dell’ORSA in ATM ha pagato la posizione avversa alla direzione aziendale con una persecuzione pretestuosa fatta di provvedimenti disciplinari tattici, sanciti da una commissione disciplinare, non riconosciuta dalla Regione, composta anche da rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto, insieme alla parte aziendale, pesanti provvedimenti contro il loro collega. Vale la pena ricordare che durante la passata amministrazione a una lavoratrice ATM ex LSU non è stato rinnovato il contratto, e oggi, nell’assoluta indifferenza di quella parte sindacale, vive la sua personale macelleria sociale. l’ORSA resta coerente nelle sue posizioni, distante anni luce da chi oggi invoca il rispetto del sindacato e dei lavoratori ma in passato ha tollerato con indifferenza l’isolamento del sindacato di Base e l’attacco squadrista contro i lavoratori iscritti. I lavoratori dell’orsa che hanno pagato a caro prezzo il coraggio della denuncia, prendono le distanze da chi, con il silenzio/assenso, ha autorizzato la violazione dello statuto ATM, sottacendo la nomina di un direttore generale che non ha avuto accesso alla funzione attraverso concorso pubblico, nominato direttamente del sindaco Accorinti, per suggerimento della GTT di Torino e che ha fatto di ATM un deposito di BUS da rottamare pagati a caro prezzo con soldi pubblici.
• In conclusione, l’assemblea dei lavoratori prende atto della drammatica situazione economica in cui versa il Comune di Messina e invita la segreteria confederale a non accodarsi ad iniziative di mobilitazione prive di una proposta alternativa e di una piattaforma di lotta credibile. Conferisce mandato alla segreteria confederale a proseguire il confronto con l’amministrazione comunale in ogni scenario dovesse venire a formarsi e ad attivare tutte le iniziative che mettano al centro la tutela dei lavoratori, i livelli occupazionali, la difesa dei servizi pubblici e il benessere della comunità cittadina nel suo complesso.