Social City, UILFPL Calapai: “Segretezza assoluta e bocche cucite ai lavoratori?”

In una nota indirizzata al Sindaco, al Presidente del Consiglio di Amministrazione, e all’Assessora ai Servizi Sociali la Uil-Fpl, il Segretario Generale della UILFPL Giuseppe Calapai e la Responsabile Provinciale del III Settore , Laura Strano evidenziano 3 criticità che necessitano di celere risoluzione.

1) A dispetto del nome, di Social, dopo la costituzione dell’Azienda, non c’è ancora nulla. Come già rappresentato verbalmente al consulente dell’Azienda nel contratto firmato dai lavoratori è stata inserita una clausola contra legem , con cui si obbligano gli stessi “alla segretezza assoluta sia durante che dopo il rapporto di lavoro per quanto concerne qualsiasi dato o informazione di cui vengano a conoscenza in occasione dello svolgimento della sua attività ivi compresi i regolamenti, norme di lavoro, studi, ricerche , dati contabili, tecnici, commerciali, economici e finanziari”. Rammentiamo che l’Azienda è pubblica e deve al più presto adeguarsi alla normativa su trasparenza e anticorruzione, i regolamenti sono pubblici , così come pubblici sono i bilanci, gli incarichi, le gare e persino le spese economali. In attesa del doveroso e auspichiamo celere adeguamento del sito web alla vigente normativa su trasparenza e accessibilità e della rettifica dei contratti con l’eliminazione della assurda clausola è doveroso pubblicare come minimo un numero di telefono ove segnalare disservizi, le email di chi organizza i servizi, e l’elenco dei servizi erogati, cominciando a raccontare e rendicontare l’attività dell’Azienda. Privacy e segretezza attengono esclusivamente ai dati sensibili degli utenti, ma non certo a regolamenti e dati contabili.
2) Il mancato transito dei lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato. Si tratta di 21 operatori che, ad ogni passaggio di gestione sono stati negli anni e sarebbero stati sempre garantiti in quanto essenziali ,a fronte di capitolati non aggiornati, per garantire i diritti previsti dai vari istituti contrattuali evitando disservizi in caso di assenza del personale a vario titolo. In assenza di un capitolato, di una dotazione organica e della mappatura dei bisogni il mancato passaggio all’Azienda di tali operatori in possesso dei requisiti previsti è causa di una ingiustificata disparità di trattamento rispetto a chi è invece transitato nella Azienda pubblica, pur essendo in servizio a tempo determinato, ed extra numero da capitolato. La UILFPL si è attivata per la risoluzione.
3) Il bando pubblico della Long List presenta molte lacune a rischio di contenzioso. Per attenuarle riteniamo che la Commissione debba predeterminare in maniera rigida i parametri in osservanza dei principi di trasparenza e meritocrazia, pubblicando per esempio apposite FAQ esplicative sul sito web che facciano chiarezza. Non è chiaro ad es.
a) se lo stesso servizio possa e sarà valutato più volte e cioè sia al punto a) che al punto b) che al punto c).
b) se sia stato un refuso escludere inspiegabilmente al punto c) i lavoratori del servizio Educativa Domiciliare che pure rientra nella 328.
c) La modalità di attribuzione del punteggio per i servizi sociali prestati dagli operatori in servizio presso gli appalti della città metropolitana, dato che si tratta di servizio espletato sia nelle scuole ubicate nel Comune di Messina, sia nella provincia di Messina, allo stesso modo di quanto avviene con i servizi del Distretto. Sarebbe quantomeno strano differenziare in un bando pubblico il punteggio di un servizio prestato per esempio nel Comune di Villafranca rispetto a un servizio prestato nel Comune di Patti, entrambi nel territorio della Città metropolitana o anche un servizio prestato all’Istituto Basile ( di competenza della città Metropolitana) rispetto alla Scuola Crispi ( di competenza del Comune ) , entrambi però ubicati nel Comune di Messina.

Auspichiamo che nel più breve tempo possibile si risolvano, con professionalità le evidenziate criticità.
Se così non sarà, il nuovo sistema dei servizi, malgrado gli sforzi profusi e a dispetto dei buoni propositi, rischia di diventare peggiore del precedente, riproponendo approssimazione e scarsa trasparenza, con l’aggravante di rimanere chiuso in se stesso per aver tagliato l’importante rete sociale del terzo settore.
Il salto di qualità dei servizi sociali sarà possibile solo rendendo limpide e imparziali la gestione e l’organizzazione anche attraverso seri controlli da parte dei cittadini fruitori dei servizi, controlli possibili solo in un sistema trasparente.