Viadotto Ritiro, case sgomberate e nessuna certezza per le famiglie. La Fauci e Pagano: “Situazione intollerabile”

viadotto ritiro

Ad oggi sono trascorsi ventidue mesi dallo sgombero delle 20 famiglie che vivevano sotto il viadotto Ritiro. I consiglieri La Fauci e Pagano presentano un’interrogazione 

Non è più tollerabile vivere in questa situazione di incertezza e precarietà“. A dirlo sono i consiglieri comunali La Fauci e Pagano, in merito alla situazione delle 20 famiglie sgomberate dalle proprie abitazioni di via Palermo 555 e Scala Ritiro per i lavori al viadotto sull’A20. Al riguardo i consiglieri comunali di Ora Messina hanno presentato un’interrogazione all’Amministrazione comunale e ai dirigenti del Cas. 

Per decreto, lo sgombero degli immobili è stato fissato per un periodo massimo di 24 mesi dalla data di immissione del possesso delle aree, ma-ricordano i consiglieri- ancora oggi, nonostante siano trascorsi ventidue mesi dei ventiquattro previsti  le famiglie interessate si trovano costrette ad abitare in luoghi distanti dalle proprie abitazioni sopportando, altresì, spese di locazione che non gli competono e che probabilmente dovranno tenere conto di una probabile deroga ad oggi mai comunicata”. 

Allo stato non è dato conoscere con certezza i tempi per consentire alle famiglie interessate di potersi reimpossessare dei propri immobili, ma “se da un lato appare preminente la tutela dell’incolumità pubblica in ragione dei lavori di messa in sicurezza del viadotto, dall’altro è evidente che non è più tollerabile vivere in questa situazione di incertezza e precarietà“-osservano i consiglieri.

La Fauci e Pagano chiedono pertanto che venga posto in essere ogni atto idoneo al superamento delle criticità cui vertono i nuclei familiari sgomberati, dal momento che “ogni nucleo familiare coinvolto dagli effetti del decreto di occupazione temporanea sarà costretto a sopportare ulteriori spese di affitto nel periodo immediatamente successivo la data di settembre 2020″. I consiglieri propongono inoltre di supportare le famiglie anche mediante l’utilizzo di bonus finalizzati al pagamento delle spese connesse alla situazione di disagio cui versano.