Accesso alla giustizia, il contributo dell’Ordine degli avvocati di Messina alla conferenza di Parigi

Il consigliere Antonio Cappuccio ha preso parte al “Congrès Gééneral FBE” della Fédération des Barreaux d’Europe che riunisce gli avvocati di tutta Europa. Tema: disarmonie ancora esistenti tra gli ordinamenti giuridici dei vari Paesi

Sono tante le disarmonie a livello sostanziale e procedurale ancora esistenti tra gli ordinamenti giuridici d’Europa sull’effettivo accesso alla giustizia e sulla tutela dei diritti: argomenti al centro dell’approfondimento a Parigi in occasione del “Congrès Gééneral FBE” promosso dalla Fédération des Barreaux d’Europe che riunisce gli avvocati di tutta Europa e di cui l’Ordine degli Avvocati di Messina è membro fondatore. Per portare il contributo dell’Ordine messinese ha preso parte alla manifestazione, che si è svolta nella Maison du barreau, il consigliere delegato ai Diritti Umani, OIAD, FBE e Rapporti internazionali Antonio Cappuccio, il quale ha raccolto gli spunti più significativi e salienti delle problematiche trattate. “L’accès au droit et à la justice: barreaux et avocats europée ns aux avant-postes” il titolo del congresso che vede appunto “in prima linea” l’impegno degli avvocati europei per eliminare gli ostacoli all’uguaglianza tra i cittadini dei Paesi aderenti all’Unione, motivo per cui l’avvocatura è chiamata ad adoperarsi con forza affinché ciascuno Stato si impegni ad assumere provvedimenti volti al superamento di tali asimmetrie – come ha sostenuto in apertura la presidente della FBE Dominique Attias.
I lavori sono stati suddivisi in quattro macro-argomenti, corrispondenti ai fenomeni da cui storicamente derivano concreti limiti di accesso alla giustizia: mancata e difficile ammissione al gratuito patrocinio; assenza di cooperazione in materia civile e penale nell’ambito della difesa delle vittime di attentati; crisi sanitarie; insufficienti azioni pro bono e di solidarietà. Sul primo punto ad esempio in Francia nel 2020 a fronte di 37mila avvocati soltanto 3mila hanno accettano di difendere gli interessi dei clienti meno abbienti ricorrendo al gratuito patrocinio, perché lo Stato per questa prestazione riconosce solo una minima parte dei compensi dunque i professionisti in sostanza operano pro bono: da qui la necessità manifestata da diverse Nazioni di rivendicare per tutta l’avvocatura europea compensi più equi e realmente proporzionati all’impegno lavorativo. Per quanto riguarda il risarcimento in favore delle vittime di attentati e/o attacchi terroristici, i Paesi che sono stati teatri di simili avvenimenti hanno reagito con strategie sociali, politiche e giuridiche di volta in volta differenti, generando così disparità di trattamento tra le vittime: la Spagna ha chiesto ufficialmente alla FBE e ai partecipanti al congresso di istituire una rete di referenti capaci di affrontare problemi giuridici, tecnici e organizzativi per l’assistenza da prestare in favore delle vittime del terrorismo.
La seconda giornata di lavori è stata dedicata all’Assemblea generale e alla consegna del “Premio internazionale per i Diritti umani Ludovic Trarieux”, assegnato congiuntamente agli avvocati turchi Barkin e Ebru Timtik, quest’ultima venuta a mancare nell’agosto del 2020 dopo 238 giorni di sciopero della fame.