Acr Messina, Sciotto sentito in Procura per tre ore: indagine su truffa e minacce nella cessione al gruppo lussemburghese

Tre ore di colloquio serrato in Procura per l’ex presidente dell’Acr Messina, Pietro Sciotto, ascoltato ieri mattina come “persona informata sui fatti” nell’ambito dell’inchiesta aperta sulle vicende societarie legate alla cessione del club al gruppo lussemburghese Aad Invest Group.
L’incontro si è tenuto nell’ufficio del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, affiancato dal sostituto Fabrizio Monaco, i due magistrati titolari del fascicolo, sotto la supervisione del procuratore capo Antonio D’Amato. Sciotto è arrivato a Palazzo di Giustizia intorno alle 11:00 e ha lasciato gli uffici poco prima delle 14:00.
L’inchiesta, formalmente aperta con modello 44 bis – cioè a carico di ignoti – ipotizza i reati di truffa e minacce. L’indagine nasce da una serie di anomalie e irregolarità emerse prima, durante e dopo la cessione dell’80% del pacchetto azionario dell’Acr Messina da parte di Sciotto al gruppo Aad Invest, a inizio 2024. L’ex presidente detiene ancora il 20% delle quote.
Il passaggio di proprietà si è rapidamente trasformato in un caso giudiziario, dopo che il gruppo acquirente non ha rispettato gli accordi economici: secondo Sciotto, mancherebbero all’appello due tranche di pagamento, per un totale di 2,5 milioni di euro. A questo si sommano il mancato versamento dei contributi previdenziali per il trimestre novembre-gennaio e il buco negli stipendi di febbraio.
Nel corso dell’audizione, Sciotto – visibilmente provato – avrebbe confermato la sua volontà di non esercitare il diritto di riacquisto delle quote, nonostante l’inadempienza dell’acquirente. Ha inoltre dichiarato che i debiti accumulati durante la sua gestione ammonterebbero a circa un milione di euro. L’ex patron si sarebbe detto convinto di essere stato truffato e più volte minacciato, come riportato anche in un esposto depositato in Procura.
Nel frattempo, la Procura ha già ascoltato altre figure chiave della società, tutte in qualità di “persone informate sui fatti”: il presidente attuale Stefano Alaimo (attualmente inibito dalla FIGC), l’ex allenatore Simone Banchieri e il segretario Alessandro Failla. Nessuno di loro era assistito da legali, come previsto in questa fase preliminare dell’indagine.
L’inchiesta è ancora alle battute iniziali, ma la Procura intende fare piena luce su una vicenda che ha segnato in modo profondo la recente storia dell’Acr Messina, lasciando ancora oggi molti interrogativi aperti sul futuro del club.