Berlusconi: il gesto di Francesco è una lezione d’amore e non dev’essere dimenticato

L’ex presidente del Consiglio  Silvio Berlusconi ha scritto al Giornale commentando la morte di Francesco, il bambino di 13 anni che ha perso la vita a Messina cercando di salvare il fratellino di 10 dall’incendio divampato nel loro appartamento.

“Non c’è nulla di più triste della morte di un bambino – scrive Berlusconi – . Ma quanto è accaduto a Messina, nella tragedia, ha un valore profondo, che mi ha davvero colpito, come immagino abbia colpito ogni italiano.

Il coraggioso gesto del piccolo Francesco Filippo, che ha perso la vita nel tentativo di salvare da un incendio il fratellino Raniero – un atto che sarebbe ammirevole in un adulto – è addirittura emozionante e commovente perché compiuto da un ragazzo di soli 13 anni.

Sono vicino al dolore e all’angoscia dei genitori e dei familiari. Da genitore, posso immaginare cosa significhi perdere dei figli, soprattutto in un’età così giovane. Non credo possa esistere nella vita umana un dolore più profondo.

A loro posso solo dire una cosa: devono essere fieri di avere avuto un figlio come Francesco, dell’educazione che gli hanno dato, dei valori che hanno saputo trasmettergli.

Questo non lenirà il dolore del papà e della mamma, ma devono sapere che Francesco non è morto invano, anche se non è riuscito a salvare il fratello: il suo sacrificio ricorda a tutti noi, in qualsiasi età della vita, che esistono valori e sentimenti profondi, irrinunciabili, assoluti, che proprio per questo vanno al di là della vita stessa. In una società che ci appare dominata dall’egoismo, dall’indifferenza, dalla disonestà, dalla sopraffazione, un gesto di un bambino ci dimostra che esiste un’altra Italia, fatta di generosità, di solidarietà, di coraggio, di spirito di sacrificio e soprattutto amore.

Il gesto di Francesco è il simbolo di quest’Italia, e non dev’essere dimenticato: mi auguro che la scuola media da lui frequentata sia dedicata al suo nome, e che la sua storia venga raccontata in tutte le scuole d’Italia”.