Carabinieri sequestrano una discarica di rifiuti interrata in un terreno adiacente un torrente.
Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno eseguito un decreto di perquisizione, emesso dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Capo Dr. Emanuele Crescenti, in un terreno, sito nel Comune di Terme Vigliatore nei pressi dell’alveo del torrente Patrì, utilizzato per lo sversamento illecito di rifiuti dal titolare di una ditta edile.
Il provvedimento origina dalle indagini svolte, tra agosto e settembre del 2018, dai militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto che hanno riscontrato come il titolare di una ditta edile di Terme Vigliatore, per almeno un anno, abbia scaricato rifiuti, consistenti in materiali edili di risulta ed inerti, all’interno di una gigantesca fossa presente in un terreno di sua proprietà, adiacente l’alveo del torrente Patrì.
Dalle indagini è emerso che il titolare della ditta, anche per il tramite di terze persone, ha sversato, ciclicamente, in questo terreno, un ingente quantitativo di rifiuti e, per occultare questa attività illecita, ha utilizzato un escavatore, stabilmente lasciato sul luogo, per sotterrare i rifiuti ed eludere così gli eventuali controlli.
Nel corso delle attività di perquisizione odierne, svolte con l’ausilio dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, del personale dell’A.R.P.A. di Messina e con la presenza del consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, attraverso un attività di scavo è stato riscontrato l’occultamento nel terreno dei rifiuti e sono stati portati alla luce i materiali edili di risulta, gli inerti ed il calcestruzzo illecitamente sversati. Inoltre gli accertamenti documentali hanno evidenziato che il terreno ove è stata realizzata la discarica, risulta in comproprietà tra l’imprenditore edile ed un altro soggetto del luogo, anch’egli destinatario del decreto di perquisizione.
L’intera area è stata sottoposta a sequestro penale come disposto dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Dr. Matteo De Micheli che ha coordinato le indagini.