De Domenico (PD): Ritardi nella certificazione della spesa relativa ai programmi FESR e al FSE

Si avvicina la fine dell’anno e come sempre la Sicilia si trova in affanno con la rendicontazione della spesa dei fondi europei – afferma un comunicato stampa dell’On: Franco De Domenico del Partito Democratico- infatti entro il prossimo 31 dicembre la Sicilia dovrà certificare 387,5 milioni di spese per il FESR e di 67,6 milioni per il FSE, al fine di evitare il disimpegno automatico delle risorse dei fondi europei di sviluppo ed investimento.

Appare pertanto necessario conoscere e per questo ho presentato una interrogazione urgente agli assessori competenti-continua De Domenico- a parte le motivazioni alla base dei continui ritardi nella certificazione della spesa dei fondi europei, quali provvedimenti abbiano adottato o stiano adottando l’Assessorato alle Attività Produttive, l’Assessorato all’Agricoltura, allo Sviluppo Rurale e alla Pesca Mediterranea e l’Assessorato alla Famiglia, alle Politiche Sociali e del Lavoro, al fine di garantire il rapido impiego del volume di risorse ancora disponibile sulla programmazione 2014/2020 e se i suddetti Assessorati stiano monitorando l’entità degli effetti prodotti nel tessuto economico regionale dall’impiego delle risorse comunitarie, sia nel breve che nel medio termine.

I dati forniti dal Centro Pio La Torre sono impietosi: dei 3,24 miliardi che l’Italia dovrà spendere entro l’anno, ben 455,1 milioni sono di competenza della Sicilia, ossia il 13,7% del totale e che, a fronte di una dotazione complessiva del FESR 2014/2020 pari a 4,27 miliardi di euro, al 30 giugno 2019 la spesa certificata ammontava a 769 milioni di euro, appena il 18% del totale disponibile. I ritardi sono una cronicità della nostra regione e certamente non sono imputabili solamente a chi governa oggi, tuttavia neanche l’attuale governo regionale non ha certamente brillato per solerzia.

E dire che il nostro territorio avrebbe estremo bisogno che tali risorse vengano spese quanto più rapidamente possibile, infatti, come dimostrano intere regioni dell’est europeo, i fondi europei hanno consentito di proiettarsi su tassi di sviluppo consistenti e sostenuti, in quanto tali fondi si sono dimostrati in grado di influenzare sia la crescita nel breve periodo che la struttura dell’economia nel lungo termine;

E di certo non è esente da colpe neanche il governo centrale – conclude l’On. Franco De Domenico- per la notoria incapacità di cofinanziare gli investimenti comunitari. Ciò ha costituito motivo di richiamo del Governo italiano da parte della Commissione europea atteso che gli investimenti comunitari devono essere addizionali e non sostitutivi di quelli nazionali, come fraudolentemente a danno del meridione è stato fatto negli ultimi trent’anni, altrimenti gli obiettivi di ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni e di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale non potranno mai essere raggiunti.