De Luca, insediamento a sindaco metropolitano
Cateno De Luca stamane si è insediato anche a Palazzo dei Leoni, alla presenza di una rappresentanza dei sindaci della provincia ha indossato la seconda fascia da sindaco, quella che gli spetta in base al decreto n. 533 dell’8 marzo 2018 del Presidente della Regione siciliana, on. Nello Musumeci, in base al quale il Sindaco della Città capoluogo viene nominato al vertice della Città Metropolitana di Messina, con i poteri del Sindaco Metropolitano e della Conferenza metropolitana.
Il suo lungo intervento è iniziato con un giudizio aulla situazione dell’ente:
“Cancellare le Province con uno spot in tv è stata una scelta scellerata che ha causato un gravissimo danno, adesso dobbiamo dare una sterzata a quest’oblio e mi prendo ufficialmente l’impegno, entro 15 giorni, di invitare il presidente della Regione Musumeci a fare chiarezza sul destino dell’Ente, altrimenti il danno fatto rischia di diventare irreversibile, il ruolo di sindaco metropolitano è quello che ho sempre sognato, provengo dalla provincia e so quanto è importante dare risposte ai territori. Purtroppo siamo rimasti vittime di un’azione politica scellerata che ha causato danni e creato un grave vuoto. C’è un territorio allo sbando, ma il tema fondamentale oggi è questo: l’Ente è una risorsa e non una zavorra. Dobbiamo uscire dalla logica che vede nella Città Metropolitana solo una struttura per parcheggiare politici che non hanno trovato allocazione. Basta con la logica di spartizione dei parassiti della politica. Musumeci deve fare chiarezza sul destino degli Enti. Soprattutto su competenze e risorse. Finora si è rimandata la risposta, la soluzione. Ora si deve agire”.
Ringrazia poi i dirigenti e gli impiegati accorsi per ascoltare le sue parole:
“ Chiedo un applauso per i dirigenti e per gli impiegati di Palazzo dei Leoni che hanno finora continuato a lavorare nonostante una situazione di abbandono voluta dalla politica”.
Conclude con un ammonimento alla politica regionale:
“Gli onorevoli a Palermo usano dire : “e come la casa di Gesù, come ci entri non vuoi uscire più” , io invece capisco di essere più utile sul territorio e questa è un ulteriore dimostrazione del mio modo di sentire la politica, per la verità io sarei per la revisione della legge in modo che sia i deputati Ars che i parlamentari nazionali non possano essere eletti se non hanno fatto almeno 10 anni il sindaco, perché questi ruoli richiedono conoscenza dei territori e della capacità di amministrare”.