“Dracula” al Teatro Vittorio Emanuele: un viaggio nelle tenebre con Rubini e Lo Cascio [FOTO]

Sergio Rubini prosegue insieme a Luigi Lo Cascio il percorso registico sperimentato e collaudato con il precedente “Delitto/Castigo”, che abbiamo avuto il piacere di recensire la scorsa stagione, nel quale avvalendosi della massima potenzialità espressiva dei supporti tecnici e coinvolgendo così tutti gli aspetti sensoriali, mira a costruire uno spettacolo inteso, capace di trascinare in una vicenda ormai ampiamente conosciuta dalle platee di tutto il mondo, ricreando cosi un’atmosfera che avvolge ed ingloba lo spettatore. Impostazione che, sposandosi perfettamente con la costruzione stilistica di Bram Stoker, trova esiti ancora più felici di quanto avveniva in “Delitto/Castigo”, dove il testo di Dostoevskij riusciva a soddisfare gli spettatori più esigenti ma faceva necessariamente sentire il suo peso. Non stupisce pertanto che, ancora una volta, un materiale letterario così perfettamente orchestrato abbia reso possibile ogni genere di reinterpretazione.
Il gruppo di personaggi si riduce a Jonathan Harker (Lo Cascio) avvocato inviato in Transilvania e imprigionato dal Conte, la moglie Mina (Margherita Laterza) vettore della maledizione, il dottor Seward (Roberto Salemi), il vecchio Van Helsing (Rubini) e il pazzo Renfield (Lorenzo Lavia) reso schiavo dal vampiro. E poi c’è un Dracula (Geno Diana) che passa ogni tanto in platea inforcando pastrano e cappello e poi compare, una tantum, in luce, con la camicia aperta sul petto per dar da bere sangue a Mina, un personaggio che appare freddo e insensibile, lontano dalla descrizione di Stoker, che lo vede un uomo alto e dai capelli bianchi, il vampiro di Rubini diventa un giovane vigoroso che parla una lingua incomprensibile. Il tutto mentre, in un angolo del palco, si muove colui che manovra gli effetti sonori, come un fantasma che nessuno può vedere, salvo quando occorre far entrare in scena un inserviente del manicomio.
Un lavoro nel complesso interessante, con una scenografia volta a spingere l’immaginazione dello spettatore attraverso il testo e l’atmosfera di un ignoto viaggio nelle tenebre.