Eventi commemorativi della presenza a Messina di Miguel de Cervantes: domani conferenza stampa a Palazzo Zanca

Domani, mercoledì 10, alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, sarà illustrato il programma dei due eventi commemorativi della presenza a Messina di Miguel de Cervantes tra il 1571 e il 1572, nell’ambito delle Commemorazioni europee del 450° Anniversario della Battaglia di Lepanto, per le quali le Poste Italiane hanno emesso l’annullo speciale.
Durante l’incontro con i giornalisti, cui prenderanno parte il Vicesindaco Carlotta Previti, l’Assessore alla Cultura Enzo Caruso, la Direttrice della Biblioteca Regionale Tosi Siragusa e il Presidente del Teatro Vittorio Emanuele di Messina Orazio Miloro, saranno presentati la stampa del Volume “Cervantes a Messina al Tempo di Lepanto. 1571” e la Mostra documentale “Messina e le cure al soldato Cervantes nel solco della Medicina e della Farmacia nel XVI e XVII secolo”.
Dopo il Palio dedicato a Don Giovanni, disputato la scorsa estate dalle Contrade Marinare, Messina chiude le commemorazioni celebrate in tutta Europa, accendendo i riflettori sulla presenza in Città del giovane Miguel de Cervantes, tra i soldati al seguito della Flotta della Santa Lega, sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, mettendo in evidenza una pagina storica poco nota che documenta le cure ricevute dallo scrittore spagnolo presso il Grande Ospedale, per le gravi ferite subìte durante la Battaglia Navale che lo portarono a perdere l’uso della mano sinistra.
I due eventi in programma, preceduti da un annullo speciale su Don Giovanni d’Austria a Messina, che sarà emesso dalle Poste Italiane grazie al contributo del Circolo Filatelico Peloritano, focalizzano l’attenzione sulla Medicina del tempo, su cure e tecniche del XVI secolo che vennero impiegate per soccorrere i feriti della Flotta al rientro a Messina il 1 novembre 1571 dopo la Battaglia di Lepanto e quindi per curare Miguel Cervantes dalle ferite subìte al petto e alla mano sinistra che gli valse l’appellativo di “El manco de Lepànto”.