Gioveni: “Ex macello comunale di via Santa Cecilia: quale futuro??”

“Non è possibile continuare ad assistere al sempre più desolante abbandono di una struttura storica come l’ex macello comunale di via Santa Cecilia, che ha rappresentato negli ultimi anni un vero e proprio “rebus”, sia per l’indirizzo futuro che ogni amministrazione comunale passata avrebbe voluto darle, sia per il degrado che purtroppo nel tempo l’ha caratterizzata”.

Il consigliere comunale del Pd Libero Gioveni, in un periodo come quello attuale in cui si spera di recuperare più immobili possibili dal patrimonio comunale, riaccende ancora una volta i riflettori sulla centralissima struttura per la quale in passato aveva anche presentato diverse interrogazioni.

“Mentre le precedenti Amministrazioni avevano deciso di disfarsene inserendo il bene nel piano di alienazione degli immobili senza però ottenere l’auspicato riscontro in quanto le gare erano andate sempre puntualmente deserte – ricorda Gioveni – l’ultima Giunta targata Accorinti decise di NON inserire l’immobile nel piano di dismissioni che il Consiglio Comunale poi votò il 13 febbraio 2015.”

“Tuttavia – prosegue il consigliere – avendo personalmente trattato più volte in passato le vicende dell’ex macello, sia in merito alla proposta di realizzare un dormitorio pubblico (che poi l’ex sindaco decise di ambientare comunque nei locali degli ex magazzini generali), sia per i reiterati esposti da me presentati per la presenza serale di prostitute ovvero per l’occupazione di un nutrito gruppo di stranieri, adesso MI PREME CONOSCERE definitivamente dalla nuova Amministrazione il reale destino dell’ex macello comunale, nella speranza di non assistere ad annunci ad effetto, nei fatti disattesi, come quelli dati da Accorinti che aveva promesso di realizzare un centro internazionale di teatro e drammaturgia contemporanea dietro richiesta di associazioni del settore.

Una cosa è certa – conclude Gioveni – questa preziosa struttura che riveste una invidiabile posizione strategica in città, non si può certamente non restituire alla fruizione della cittadinanza.”