Il Primo Maggio di Cateno De Luca: “Il Lavoro come Valore di Speranza in un’Italia Smarrita”

Dopo diversi giorni di silenzio sui social, il sindaco di Taormina e deputato regionale di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, affida a un lungo post il suo pensiero in occasione del Primo Maggio. Un intervento denso, segnato da riflessioni profonde sul valore del lavoro in un momento storico attraversato da insicurezza, precarietà e sfiducia.
Il suo messaggio arriva in una giornata velata di tristezza per la scomparsa di Papa Francesco, figura che per De Luca ha segnato un’epoca con il suo impegno per la giustizia sociale, la dignità del lavoro, l’ambiente e la pace. Il Papa, sottolinea, è stato sempre dalla parte degli ultimi, degli “scartati”, dei deboli.
Per De Luca, il tempo che viviamo ha messo in crisi il paradigma del XXI secolo: se da un lato abbiamo assistito al superamento di barriere fisiche ed economiche, dall’altro le diseguaglianze sociali si sono ripresentate con volti nuovi, spesso più discriminatori. La guerra, l’instabilità geopolitica e la crisi economica aggravano questa insicurezza diffusa, portando con sé un senso di smarrimento collettivo.
In questo scenario, è proprio il lavoro – in tutte le sue forme: dipendente, autonomo, artigianale, agricolo – a rischiare di essere marginalizzato. De Luca denuncia con forza la crisi salariale che colpisce soprattutto il Sud Italia, dove si concentrano un milione dei tre milioni di lavoratori sottopagati. Il potere d’acquisto è crollato, con punte fino all’8,4% nel Mezzogiorno e una perdita media per i pensionati di 10mila euro in dieci anni.
Accanto alla crisi salariale, si affianca il problema della precarizzazione: nonostante l’incremento degli occupati nel 2024, è il lavoro autonomo a trainare la crescita, mentre persistono gravi criticità nell’occupazione femminile e giovanile, e il lavoro sommerso resta elevatissimo.
La proposta di De Luca è netta: serve una riforma strutturale del sistema lavoro. Occorre ripensare la contrattazione collettiva, premiando il legame tra produttività e retribuzione, valorizzando i territori e recuperando la cultura degli antichi mestieri. È urgente superare il modello corporativo che oggi domina le relazioni sindacali, riconoscendo nuovi soggetti rappresentativi e dando piena attuazione all’articolo 39 della Costituzione con una legge sulla rappresentanza.
Altro tema cruciale è quello delle morti sul lavoro: una “piaga intollerabile”, che va contrastata non solo con sanzioni, ma anche promuovendo la sicurezza attraverso incentivi per le imprese virtuose e formazione qualificata.
Il passaggio più incisivo del post arriva quando De Luca scrive:
“Il lavoro non può essere ridotto a statistica o slogan: è dignità, è futuro, è appartenenza. È la vera misura della giustizia sociale in un Paese che vuole dirsi civile.”
Parole che suonano come un appello forte e diretto alla politica e alla coscienza collettiva. Per De Luca, questo Primo Maggio non deve essere solo un momento celebrativo, ma l’inizio di una nuova fase politica ed economica fondata su equità, inclusione e giustizia sociale. Il lavoro, afferma, è e deve restare la chiave di una speranza concreta per il futuro dell’Italia.