La Passione di Cristo attraversa Messina: la magia eterna delle Barette [FOTO]
Messina si stringe ancora una volta attorno a una delle sue tradizioni più sentite: la processione delle Barette, appuntamento immancabile del Venerdì Santo, ha attraversato il centro cittadino regalando momenti di intensa emozione e raccoglimento. Undici gruppi statuari, simboli della Passione di Cristo, hanno percorso le strade principali in un corteo suggestivo, accompagnato da musica, preghiere e il silenzioso rispetto dei presenti.
Una tradizione che unisce fede e storia
Quella delle Barette è molto più di una semplice processione: è un racconto vivente della Passione, tramandato nei secoli e profondamente radicato nell’identità messinese. Le statue, affidate alle Confraternite e portate a spalla dai fedeli, raffigurano i momenti salienti della Via Crucis. Alcune di esse, veri capolavori d’arte sacra, risalgono al XVII secolo e vengono custodite per tutto l’anno nella chiesa del “Nuovo Oratorio della Pace”, in via XXIV Maggio.
Il corteo 2025
Anche quest’anno, l’evento è stato aperto dalla benedizione dell’arcivescovo Giovanni Accolla, prima che le Barette si muovessero lungo il tradizionale percorso: via S. Agostino, corso Cavour, via Tommaso Cannizzaro, via Garibaldi, fino a piazza Duomo per la sosta e il momento di preghiera comunitaria. La processione si è poi conclusa con la faticosa ma emozionante salita lungo via Oratorio della Pace – nota come la ‘nchianata di ritorno – per rientrare nella chiesa.
Particolarmente toccante l’impegno dei portatori, che affrontano la ripida ascesa tra applausi, silenzi e sguardi carichi di devozione. All’evento erano presenti, oltre al sindaco Federico Basile, anche gli assessori comunali Massimiliano Minutoli e Antonio Carreri, insieme a numerosi consiglieri e rappresentanti delle circoscrizioni.
La “chiesa delle Barette” e i preparativi
Due giorni prima della processione, la chiesa delle Barette ha aperto le sue porte a fedeli e curiosi per ammirare da vicino le statue e assistere all’allestimento floreale. Tra battitori, portatori e confrati, si respira un’atmosfera di dedizione e solennità. All’interno della chiesa è visitabile anche un’area museale con teche che espongono gli abiti tradizionali dei partecipanti e le figure simboliche dei “babbaluci”, delle “biancuzze” e dei portatori. Questi personaggi, reintrodotti nel 2024, sono tornati protagonisti anche quest’anno.
Ogni baretta ha una sua storia, una famiglia custode e uno stile unico: alcune sono in legno massiccio, altre in cartapesta o materiali misti. Tutte sono tutelate dalla Soprintendenza come beni storico-artistici.
Il percorso
Il cammino della processione parte dal Nuovo Oratorio della Pace e segue un itinerario ricco di tappe significative: via XXIV Maggio, via S. Agostino, corso Cavour, via T. Cannizzaro, via G. Garibaldi, via I Settembre, piazza Duomo (con la benedizione), via Oratorio S. Francesco (la celebre ‘nchianata) e infine ritorno alla chiesa. Alla fine della giornata, come da tradizione, vengono distribuiti ai portatori i pani di cena e i fiori da portare sulle tombe dei defunti.
Ad animare la processione, oltre alle Confraternite e ai fedeli con le fiaccole, anche i gruppi storici delle Maddalene, le “biancuzze”, i “babbaluci”, i tamburini del Rione Panzera di Motta Sant’Anastasia e le bande musicali di numerose località della provincia.
Le origini
Le radici della processione risalgono al XV secolo, durante il periodo della dominazione spagnola. Fu nel 1610 che la Confraternita dei Bianchi istituì ufficialmente la processione, inizialmente celebrata nella notte del Giovedì Santo. Nei secoli, la manifestazione ha subito diverse interruzioni: a causa del terremoto del 1783, poi di quello del 1908, e infine durante la Seconda guerra mondiale. Ogni volta, però, la città ha saputo rialzarsi, restaurare le statue danneggiate e rinnovare il rito.
Dal 1950 la sede stabile della processione è la chiesa del Nuovo Oratorio della Pace. Negli anni ’70, con la fusione tra la Confraternita dei Bianchi e quella di San Basilio degli Azzurri, l’organizzazione fu affidata ai Battitori, figure chiave nella tradizione della processione. Nel 1994, l’organizzazione passò alla Confraternita del SS. Crocifisso, che ancora oggi cura ogni dettaglio dell’evento.