La tragedia di via Cesare Battisti: Giosuè Fogliani potrebbe affrontare una perizia psichiatrica

Un delitto atroce ha scosso la città l’altro ieri, lasciando un’intera comunità sgomenta. Caterina Pappalardo, 62 anni, è stata brutalmente uccisa dal figlio, Giosuè Fogliani, 26 anni, al culmine di un violento litigio nell’appartamento di via Cesare Battisti, dove il giovane viveva da solo da qualche mese. La donna, molto conosciuta e stimata nella comunità della chiesa di Sant’Antonio, è stata colpita da decine di coltellate, un’aggressione brutale che non le ha lasciato scampo.
La dinamica del matricidio
La mattina del delitto, Caterina aveva interrotto i suoi impegni per recarsi dal figlio e preparargli il pranzo. Giosuè, secondo quanto emerso, l’avrebbe aggredita dapprima con uno spray urticante per stordirla, per poi infierire con numerose coltellate. Il corpo della donna è stato trovato dai poliziotti delle Volanti in un lago di sangue, dopo l’allarme lanciato dai vicini.
Il motivo del litigio sembra legato a questioni economiche. Gli investigatori sospettano che il giovane avesse richiesto denaro alla madre, che però non poteva soddisfare le sue richieste. Si ipotizza che Giosuè fosse coinvolto in un giro di scommesse online e che il rifiuto della madre abbia scatenato una furia incontrollata.
Indagini in corso e interrogatori
Il sostituto procuratore Massimo Trifirò, titolare dell’indagine, ha incaricato il medico legale Elvira Ventura Spagnolo di eseguire l’autopsia, prevista per oggi al Policlinico. L’esame chiarirà con precisione quante coltellate siano state inferte e quali siano state fatali.
Negli uffici della Caserma Calipari, il giovane ha fornito agli investigatori la sua versione dei fatti, spiegando di aver contattato la madre per chiederle di preparargli il pranzo. Tuttavia, la discussione sarebbe presto degenerata in un litigio violento. Assistito dall’avvocato Daniele Straface, la difesa sta valutando la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica per verificare lo stato mentale dell’accusato al momento del delitto.
Un profilo solitario e un rapporto complesso
Giosuè Fogliani, descritto come un giovane solitario e poco incline ai rapporti sociali, non aveva un’occupazione e viveva grazie al supporto economico della madre, che si manteneva con la pensione di reversibilità del marito. Nonostante il suo carattere schivo, Caterina non aveva mai fatto trapelare problemi con il figlio, proteggendolo e supportandolo fino alla fine.
Quel giorno, Caterina aveva lasciato in fretta le amiche con cui aveva appuntamento per partecipare a un funerale, recandosi dal figlio senza sospettare l’esito tragico di quel gesto di cura. La comunità è ora in lutto per una donna descritta come generosa e instancabile, la cui vita è stata spezzata in modo tanto crudele.
La città sotto shock
L’omicidio ha lasciato una profonda ferita nella comunità, già provata da altre vicende drammatiche. Le indagini proseguono per fare piena luce su quanto accaduto e per capire se il gesto sia stato il tragico epilogo di tensioni mai emerse o il frutto di una mente turbata.
Nel frattempo, si attende l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, che potrebbe avvenire già nelle prossime ore. Il caso di Giosuè Fogliani apre anche un dibattito sulla necessità di un maggiore supporto per affrontare problematiche familiari e disturbi psichici, per prevenire tragedie simili in futuro.