Messina, autorizzati 16 gazebo sulla banchina del porto, Interdonato: “ristoratori figli di un Dio minore”

“La Soprintendenza ai beni culturali autorizza 16 gazebo sulla banchina del porto per complessivi 264 metri quadri. A differenza dei dehors, richiesti dai commercianti operanti nelle piazzette tematiche di viale Vittorio Emanuele, l’installazione dei gazebo concessi all’autorità portuale di Messina non determinano alcun disturbo alla visuale prospettica dello Stretto.”

Dura nota del Vicepresidente del Consiglio comunale di Messina Nino Interdonato che appreso il parere favorevole della Soprintendenza ai beni culturali, relativa all’installazione di 16 gazebo sulla banchina del porto in uso all’Autorità portuale di Messina, evidenzia come:
“appare quanto meno contraddittoria la volontà della Soprintendenza di non autorizzare progetti per strutture amovibili (dehors, gazebo) lungo le piazzette tematiche di Viale Vittorio Emanuele, in quanto disturbano la visuale prospettica dello Stretto. Un’interpretazione evidentemente a macchia di leopardo che, di fatto, blocca sul nascere investimenti dei locali operanti in quella che avremmo voluto diventasse la rambla della Città dello Stretto. Prendiamo invece atto che il “disturbo” prospettico, potenzialmente arrecato dalle strutture dei ristoratori messinesi in un’area di pregio, non vale per altri soggetti richiedenti analogo permesso. I pur valenti ristoratori messinesi possono prendere solo atto di essere “figli di un Dio minore”. Ricordo – ha concluso l’esponente di Sicilia Futura – che il 17 Maggio avevo fatto richiesta formale delle copie dei pareri sul nuovo terminal crocieristico, sulla ringhiera a perimetro che insiste lungo la via Vittorio Emanuele e sulla tranvia (di cui ad oggi non ho notizia). La risposta che è stata data è l’autorizzazione di 16 gazebo, proprio sulla banchina del porto, per un’area di 264 mq. Ribadisco che si tratta di un’evidente disparità di trattamento nei confronti degli imprenditori della nostra città, ma sono certo che gli stessi potranno utilizzare questo precedente per avere approvate le medesime istanze, in caso contrario sono certo che con i nuovi elementi emersi potranno ottenere giustizia nelle sedi competenti”.