Messina: Bimbo nasce tetraplegico dopo il coma della madre, ospedale Papardo condannato a un risarcimento di 3 milioni di euro
L’ospedale Papardo di Messina è stato condannato a risarcire quasi tre milioni di euro ai genitori, M.D. e L.V., di un bambino nato con gravi disabilità dopo un parto complicato. Il bambino, che oggi ha dieci anni, vive con un’invalidità del 98%, è cieco e tetraplegico, conseguenza di una serie di malformazioni e lesioni cerebrali permanenti causate dalla mancanza di ossigeno durante la nascita.
Il tragico evento risale al 2014. La madre, in fase avanzata di gravidanza, era stata ricoverata all’ospedale Papardo. Una notte, a circa otto settimane dal parto, ha subito un episodio eclamptico, cadendo in stato di incoscienza. Secondo la ricostruzione del giudice Paolo Petrolo, della seconda sezione civile del tribunale, la donna avrebbe più volte richiesto assistenza tra l’una e le tre del mattino a causa di forti dolori, senza ottenere risposta dal personale infermieristico. Solo intorno alle sei del mattino, un addetto alle pulizie la trovò a terra priva di sensi e avvisò il reparto.
Di fronte alla gravità della situazione, i medici decisero di eseguire un taglio cesareo d’urgenza per salvare il bambino. La madre fu poi trasferita in rianimazione, ma le conseguenze per il neonato furono drammatiche: le lesioni cerebrali derivanti dall’ipossia sono irreversibili.
La sentenza del tribunale stabilisce la responsabilità dell’ospedale, che dovrà risarcire i genitori per i danni subiti. Un medico chiamato in causa dall’ospedale è stato invece escluso dalla condanna, poiché, come spiegato dal giudice, aveva ricoperto il ruolo di direttore del reparto di Ostetricia solo temporaneamente.
Per i genitori e la famiglia del piccolo D., la nascita ha segnato l’inizio di un doloroso percorso di cure in vari ospedali italiani, nella speranza di migliorare le sue condizioni.