14 Febbraio 2025 - 06:55

Messina, confermata in Appello la condanna per il pestaggio al commissario d’esame da avvocato

La Corte d’Appello di Messina, presieduta dal giudice Carmelo Blatti, ha confermato integralmente la sentenza emessa in primo grado dal giudice per le indagini preliminari Arianna Raffa il 26 febbraio 2024. Francesco Cusumano, 35enne di Milazzo, è stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di lesioni aggravate. La vicenda risale all’aggressione subita dall’avvocato Antonino Lanfranchi, avvenuta il 23 giugno 2023 nella piazza antistante il Palazzo di Giustizia di Messina.

L’aggressione 
L’episodio di violenza scaturì dalla reazione di Cusumano, candidato bocciato all’esame di abilitazione alla professione forense. Lanfranchi, presidente di una sottocommissione d’esame, fu aggredito con calci e pugni dal 35enne, che lo colpì ripetutamente, causandogli gravi traumi alla testa e al corpo. L’aggressione, avvenuta in pieno giorno sotto gli occhi di numerosi testimoni, lasciò l’avvocato in condizioni tali da richiedere oltre 40 giorni di cure mediche. Sul posto intervenne un’ambulanza del 118 per prestare le prime cure alla vittima.

La condanna confermata in Appello
La giudice Raffa, nel corso dell’udienza preliminare, aveva già inflitto a Cusumano una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione con rito abbreviato, riconoscendo le aggravanti di motivi abietti e futili, premeditazione e l’aver agito contro un pubblico ufficiale. La Corte d’Appello ha confermato integralmente questa decisione, ribadendo anche l’obbligo di risarcimento nei confronti della vittima e dell’Ordine degli Avvocati, che si era costituito parte civile rappresentato dall’avvocato Salvatore Silvestro.

Lanfranchi, assistito dagli avvocati Ernesto Parisi e Marco Zappia, ha ottenuto il riconoscimento del danno subito, mentre Cusumano è stato difeso dall’avvocato reggino Francesco Gatto. Durante il procedimento, la giudice Raffa aveva inoltre disposto la trasmissione in Procura del verbale delle dichiarazioni rese dalla sorella dell’imputato, ipotizzando il reato di false dichiarazioni.

La ricostruzione dell’aggressione
L’inchiesta condotta dalla sezione Volanti della Polizia ha ricostruito nei dettagli l’accaduto, confermando la natura premeditata dell’aggressione e l’elevata violenza con cui è stata eseguita. L’episodio ha suscitato forte indignazione nell’ambiente forense e nella cittadinanza, sottolineando la gravità di un atto di violenza compiuto in un luogo simbolo della giustizia come il Palazzo di Giustizia di Messina.