Messina, i ragazzi dell’E.S.F.O. Ente Superiore di Formazione e Orientamento incontrano Valeria Ancione

Quando la scrittura ha mille sfaccettature … per la festa della mamma i ragazzi dell’E.S.F.O. (Scuola dei Mestieri) incontrano Valeria Ancione, la mamma di “Volevo essere Maradona” e non solo!
La difficoltà più grande per un adulto che legge libri per ragazzi è abbandonare il pregiudizio e lasciarsi andare alle sensazioni che gli provocheranno: da una parte sarà tentato di lasciarsi trasportare dallo sguardo aperto e immaginifico, proprio di quel periodo della vita, ormai lontano; dall’altro sarà frenato dalla razionalità adulta, disincantata e cinica.
Ma noi non vogliamo proporre ai nostri ragazzi autori/docenti, quelli che scrivono per insegnare dall’alto della loro esperienza e cultura. Siamo alla ricerca di qualcosa che dimostri l’utilità oltre che la bellezza della lettura dando un’input forte ad impegnarsi in questa fatica (perché si …leggere è faticoso); cerchiamo libri intensi, ben scritti e ben progettati che ci spingano a riflettere sull’infanzia, l’adolescenza, la vita, la crescita, i possibili modi di stare al mondo. Perché la letteratura a questo serve: a portare la vita dentro un libro e a farci fermare a riflettere.
Dobbiamo presentare ai nostri giovani lettori libri veritieri, non finta trasgressione che esalta tematiche di moda, come troppi libri, per vendere, fanno. Ogni ragazzo ha dalla sua parte un elemento fondamentale, lo sguardo che brucia di vita e che sa trasformare il dolore in altro, in possibilità, anche attraverso gesti che ai nostri occhi risultano incomprensibili.
Fondamentale offrire ai ragazzi racconti che suscitino sentimenti inediti, non scontati, persino utopici. E’ importante leggere libri contemporanei … libri belli… autori che sono anche tanto altro… sono esseri umani capaci di esternare le proprie emozioni, donne, amiche, lavoratrici, mogli e mamme.
Noi oggi per la festa della mamma abbiamo la fortuna di poter incontrare con i nostri ragazzi Valeria Ancione, una scrittrice che con il suo modo di essere, oltre che di scrivere ha ormai da tempo occupato un posto speciale nel nostro cuore.
Alla base i sogni… quelli che Valeria in “Volevo essere Maradona” racconta a 360°come solo lei sa fare.
Il pallone si trasforma in ali, le ali della mia felicità, e io so che posso volare.

«Il calcio per me è amicizie che durano nel tempo, amori, città, viaggi, sfide, impegno, solidarietà, condivisione, partecipazione, priorità, uguaglianza. Non ha confini. È un istinto primario. Ma essenzialmente è la mia vita. A otto anni volevo già essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panico, ma prima di tutto sono stata Bruscolo. E questa è la mia storia.»

Non è facile la vita se sei femmina fuori e calciatore dentro. Patrizia però ha talento da vendere, non demorde e imbraccia il suo pallone come uno scudo, senza fermarsi davanti a niente e nessuno: né davanti alla madre, che le ripete di continuo di scendere dalle nuvole e studiare, né davanti ai ragazzi della borgata, convinti che una femmina non possa giocare a calcio. Grazie alla sua tenacia entra in una vera squadra e, di sfida in sfida, il suo sogno spicca il volo, portandola lontano, tra serie A e Nazionale. Patrizia però non dimentica mai il vero significato che ha per lei il pallone: è un rifugio, un amico fidato, un’ancora di salvezza negli anni dell’adolescenza. In una parola: è tutta la sua vita. Una storia vera, che tra realtà e finzione ci accompagna nella vita di una ragazza che ha fatto del calcio la sua più grande avventura. Il racconto di un sogno straordinario, la prova che sulle ali di un sogno chiunque può volare.