Messina, Movimento Cristiano Lavoratori verso il giubileo per testimoniare 50 anni di impegno e storia

Prima tappa a Messina degli incontri che porteranno il Movimento Cristiano lavoratori a festeggiare i 50 anni della sua fondazione. Una realtà che oggi conta 800 circoli in tutta Italia ed è presente in 12 Paesi del mondo. Cento i dirigenti che, alla presenza dei vertici nazionali e regionali, si sono riuniti nella sede del dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche di UniMe.

Nasceva 50 anni fa il Movimento Cristiano Lavoratori grazie anche alla determinazione dei dirigenti messinesi. Oggi MCL è una realtà presente in 12 Paesi del mondo che in Italia vanta una rete di 800 circoli in tutta Italia. Messina con la sua storia è stata scelta come prima tappa del percorso verso il giubileo che si celebrerà il prossimo 8 dicembre. Nella città dello Stretto ieri si sono dati appuntamento 100 dirigenti, alla presenza dei vertici nazionali e regionali, nella sede del dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche di UniMe. “Verso il giubileo per testimoniare 50 anni di impegno e storia” il tema del confronto che si è concentrato sul contributo apportato in mezzo secolo di storia dai vari circoli spostandosi poi verso quelli che sono gli obiettivi futuri del MCL. Un impegno storico e consolidato sul territorio per essere testimonianza dei principi della Dottrina Sociale Cristiana ai quali l’organizzazione non ha mai abdicato e che, alle soglie delle 50 candeline, rilancia. Un’attività costante di animazione sociale e territoriale, di offerta di servizi fiscali e previdenziali, di tutela dei diritti e di formazione, si uniscono all’impegno costante sui temi del lavoro e della formazione, della politica e dell’impresa sociale, per restituire la fotografia dei 50 anni di attività dell’organizzazione.
“Nella città che ha avuto un peso determinate nella nascita e nella costruzione del nostro Movimento – ha detto in apertura il messinese Fortunato Romano vicepresidente nazionale – ci ritroviamo per condividere un cammino che deve portare a rileggere la nostra organizzazione con un legame forte ai valori ispiratori ma con la determinazione che serve adeguare la nostra associazione ai bisogni di oggi per essere avanguardie sociali come lo sono stati i nostri fondatori nel 1972”.
Un viaggio nel passato attraverso le testimonianze di Nino Romano e Nicola Papa, i due messinesi che a vari livelli hanno contribuito alla nascita di MCL: il primo da Roma in costante dialogo con la Chiesa Italiana; il secondo in Sicilia, animando i movimenti giovanili che si sono poi trasformati nella dirigenza che ha traghettato MCL ad essere tra le più radicate esperienze associative italiane.
Un pomeriggio di confronto ma anche di formazione. Il Giubileo di MCL coincide con una profonda trasformazione tecnica e giuridica di tutto il terzo Settore Italiano che vive una riforma normativa ma anche di contenuti il cui approfondimento è stato affidato a Giovanni Pecchioli, Responsabile Nazionale MCL Terzo Settore e Stefano Ceci, Amministratore Nazionale MCL. Ricchi di spunti i contributi di Don Sergio Siracusano Direttore Regionale dell’Ufficio per i Problemi Sociali, e il Lavoro e Giorgio D’Antoni Presidente Regionale MCL. A chiudere l’appuntamento Tonino Di Matteo Presidente Nazionale MCL.
«Questo è un luogo molto importante nella storia del movimento, perché Mcl nasce anche qui. È importante recuperare le ragioni della nostra identità. Un impegno che ci porta a 50 anni di attenzione e servizio alle persone, ma con uno sguardo rivolto al futuro. Con la capacità di andare controcorrente, come ci invita a fare Papa Francesco, dobbiamo guardare ai prossimi 50 anni e oltre con un costante lavoro con la gente declinando i temi cari alla nostra organizzazione e alla comunità come il lavoro, la famiglia, lo sviluppo sostenibile e l’ambiente con la peculiarità che solo un movimento ecclesiale come il nostro può interpretare. Essere movimento oggi e nel futuro significherà essere cristiani aperti, operosi e in dialogo, con uno sguardo all’Europa. Per far ciò sono necessari la formazione, i giovani, l’unità dell’organizzazione».