16 Gennaio 2025 - 23:36

Messina Social City, tra risultati e polemiche: stabilizzazioni record, ma crescono le critiche

Si chiude il 2024 con un importante traguardo per Messina Social City, la più grande azienda partecipata del Comune. La stabilizzazione di ulteriori 147 dipendenti è motivo di orgoglio per l’Amministrazione comunale e per la presidente dell’azienda speciale, Valeria Asquini. Tuttavia, accanto ai brindisi e alla soddisfazione per i risultati raggiunti, non mancano le critiche da parte di sindacati e forze politiche.

Una crescita significativa per l’azienda speciale

Fin dalla sua nascita nel 2019, Messina Social City si è distinta per il superamento del vecchio modello di gestione basato sulle cooperative sociali, offrendo maggiore stabilità ai lavoratori e migliorando i servizi sociali. Il sindaco Federico Basile e l’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore hanno sottolineato come la stabilizzazione dei lavoratori non sia solo un traguardo amministrativo, ma anche un segnale di crescita per tutta la comunità.

Con i 493 dipendenti transitati inizialmente e i 159 stabilizzati nel 2022, l’azienda ha oggi un organico di 799 lavoratori a tempo indeterminato, impiegati in servizi di assistenza sociale fondamentali per la città. Questo risultato rappresenta, secondo Basile, un esempio di welfare innovativo e inclusivo.

Fiadel all’attacco: critiche alla gestione aziendale

Non tutti, però, condividono l’entusiasmo. La sindacalista della Fiadel, Clara Crocè, ha mosso accuse dirette alla presidente Asquini, lamentando la mancata stabilizzazione di alcuni lavoratori e criticando quella che definisce una “gestione approssimativa” del personale. Crocè ha anche evidenziato il ruolo del sindacato nel correggere errori amministrativi che avrebbero potuto compromettere il futuro di numerose famiglie.

Secondo Fiadel, il processo di stabilizzazione, pur essendo un successo, sarebbe stato ostacolato da criteri poco chiari e decisioni discutibili. “Senza il nostro intervento, molti lavoratori sarebbero rimasti esclusi”, ha dichiarato la sindacalista, sottolineando la necessità di maggiore trasparenza.

Le reazioni politiche: Prima l’Italia, PD e Più Europa contro Asquini

Le critiche della Fiadel hanno dato il via a una serie di reazioni politiche. Cosimo Oteri, capogruppo di Prima l’Italia, ha ribadito le sue perplessità sulla gestione dell’azienda, denunciando anomalie contrattuali e il ricorso frequente a consulenze esterne onerose. Ha inoltre criticato il mancato pagamento della quattordicesima e la rotazione di ben tre direttori generali in soli tre anni.

Il consigliere del PD, Alessandro Russo, ha espresso forti riserve, puntando il dito contro i disservizi nell’assistenza domiciliare per anziani e disabili, attribuiti a una cattiva organizzazione dei turni lavorativi. Russo ha definito “urgente” un intervento dell’Amministrazione per riorganizzare i servizi e garantire maggiore efficienza.

Anche Più Europa, con una nota della coordinatrice regionale Palmira Mancuso, richiama le accuse di Clara Crocè contro la gestione di Messina Social City, definita “caotica e priva di trasparenza” da parte di Asquini e Calafiore. La mancata stabilizzazione dei lavoratori e l’assenza di confronto sindacale evidenziano gravi carenze gestionali, auspicando maggiore trasparenza e dialogo istituzionale.

Un futuro da consolidare

Messina Social City si trova a un bivio: consolidare i successi raggiunti o affrontare le critiche che rischiano di minare la fiducia nell’azienda e nel suo management. Mentre il 2024 si chiude con risultati indiscutibili in termini di stabilità lavorativa, il 2025 dovrà essere l’anno della riorganizzazione e della trasparenza. Solo così l’azienda speciale potrà mantenere il suo ruolo centrale nel welfare cittadino e rispondere alle sfide future.