Operazione Antimafia: 7 Arresti per Omicidi Legati alla Famiglia Mafiosa Barcellonese [NOMI e DETTAGLI]
Oggi 10 gennaio 2024, in Barcellona P.G. e nel territorio nazionale, i Carabinieri del ROS, supportati dal Comando Provinciale Carabinieri di Messina e dal 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, hanno eseguito un’Ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina. La disposizione, richiesta dalla Procura Distrettuale Antimafia locale, ha portato all’arresto di sette individui, di cui sei sono membri o sospettati di far parte della famiglia mafiosa “barcellonese”. Gli accusati sono indagati, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a una sentenza definitiva, per diversi omicidi premeditati aggravati dal metodo mafioso, con l’obiettivo di favorire le attività dell’associazione mafiosa conosciuta come “Barcellonesi”.
Le indagini, avviate nel gennaio 2023 dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale su delega della D.D.A. locale, hanno rivelato che gli arrestati, alcuni dei quali precedentemente condannati come capi dell’associazione “Barcellonesi”, hanno partecipato come mandanti o esecutori materiali a una serie di omicidi legati alla guerra di mafia degli anni novanta nella Provincia di Messina. I delitti includono omicidi e attentati a colpi di arma da fuoco, perpetrati con metodi tipici della criminalità organizzata, che hanno causato la morte di diverse persone.
L’indagine ha approfondito i seguenti casi:
- Omicidio di Angelo Ferro, avvenuto il 27 maggio 1993 a Milazzo.
- Duplice omicidio di Antonino Accetta e Giuseppe Pirri, rinvenuti morti il 21 gennaio 1992 nel cimitero di Barcellona P.G.
- Omicidio di Carmelo Ingegneri, avvenuto l’11 luglio 1992 a Barcellona P.G.
- Omicidio di Francesco Longo, avvenuto la sera del 28 dicembre 1992 a Barcellona P.G.
- Omicidio di Aurelio Anastasi, avvenuto il 4 gennaio 1993 a Barcellona P.G.
- Omicidio (lupara bianca) di Giuseppe Italiano, avvenuto vicino al 24 febbraio 1993 a Barcellona P.G.
- Omicidio (lupara bianca) di Giuseppe Porcino, avvenuto vicino all’18 marzo 1993 a Barcellona P.G.
- Attentato a colpi di arma da fuoco il 4 settembre 1993 a Barcellona P.G., causando la morte di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino e, successivamente, di Giuseppe Geraci il 26 aprile 1994.
- Omicidio di Giuseppe Abbate, avvenuto la sera del 16 febbraio 1998 a Barcellona P.G.
- Omicidio di Fortunato Ficarra, avvenuto l’1 luglio 1998 a Santa Lucia del Mela.
I nomi degli indagati:
I principali indagati includono figure di spicco all’interno delle gerarchie mafiose che hanno governato la Cosa Nostra barcellonese. Tra di essi figurano Giuseppe Gullotti, a lungo considerato al vertice del gruppo, e Salvatore “Sam” Di Salvo, designato successivamente come suo successore. Altri individui coinvolti sono Nicola Cannone e Stefano “Stefanino” Genovese. Quattro di loro hanno ricevuto notifiche di custodia in carcere, essendo già detenuti da un certo periodo. Tuttavia, la giudice per le indagini preliminari, la dott.ssa Pastore, ha deciso la detenzione in carcere anche per altri tre indagati attualmente liberi: Giuseppe Isgrò, noto come il “cassiere” del gruppo mafioso barcellonese degli anni ’80 e ’90; Carmelo Mastroeni, originario di Merì e legato a Salvatore “Sam” Di Salvo; e infine Vincenzo Miano.
Le indagini, supportate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Micale, ex appartenente ai “Barcellonesi”, hanno rivelato che gli attuali indagati avrebbero svolto vari ruoli in questi agguati, tutti eseguiti con metodi mafiosi tradizionali, utilizzando armi da fuoco e colpendo le vittime di sorpresa, causando la morte di 13 individui, con un’età compresa tra 21 e 55 anni.
Si è anche scoperto che alcuni omicidi erano stati ordinati dai vertici della famiglia mafiosa Barcellonese come punizione per presunti reati commessi da giovani membri senza l’autorizzazione dell’associazione. Questi comportamenti erano considerati una minaccia all’autorità della famiglia.
Questo provvedimento rientra in una più ampia operazione contro la criminalità di stampo mafioso condotta dall’Arma dei Carabinieri nel Distretto di Messina sotto la direzione della Procura della Repubblica locale.
Si sottolinea che gli indagati sono considerati non colpevoli fino a una sentenza di condanna diventata irrevocabile.