Picciolo zittisce teoria di sua “colleganza” per ballottaggio: “Sarebbe suicidio assistito e vanificare lo splendido 25% delle liste”

Apparentamenti o non apparentamenti, nessuno degli schieramenti di Centrosinistra sembra scavalcare la staccionata del tradimento, né con intese pubbliche né “sottobanco”, in favore di una moltiplicazione dei propri seggi in Consiglio Comunale. Ed è basilare interpellare in queste ore le liste e i loro leader che resterebbero con carta bianca rispetto ad una alleanza con quelli che sono stati gli antagonisti Placido Bramanti e Cateno De Luca fino all’esame del 10 giugno. Fatidica anche la riunione che si sta per approntare e sviluppare dalle 17 di oggi, nel comitato elettorale del Pd di piazza Cairoli, dove già il Segretario Provinciale del Pd Paolo STARVAGGI ha fatto sapere di voler rifiutare patti con uno degli sfidanti del 24 giugno e segnala di aver sentito, fino a questa mattina, anche il parlamentare Pietro NAVARRA che non metterà in gioco la lista LiberaME per un “matrimonio di convenienza”. Ma ecco il nodo Pdr – Sicilia Futura, un movimento fondato tra gli altri dall’ex componente della Commissione Sanità Beppe PICCIOLO, già consigliere dell’Assemblea Regionale Siciliana.

“Chi c’era in conferenza stampa seduto accanto a Saitta? – si interroga retoricamente l’ex deputato Beppe Picciolo -. Mi risultano Interdonato e De Domenico. Sarebbe da folli far nascere dubbi, questioni di separazione, accendere motivi di attriti in questo momento storico visto che abbiamo portato uno splendido bottino di voti di liste pari al 25%, quando tutti ci davano per morti. Entrare in una mischia con una candidatura di Centrodestra che esteriormente mostra un trend negativo quello di Bramanti o anche di un De Luca che potrebbe andare per la maggiore statisticamente metterebbe in discussione il nostro 25% ed equivale ad un suicidio assistito. Molto meglio tenersi neutri e lasciare liberi gli elettori”. L’ex capogruppo all’Ars di Sicilia Futura dunque si comporterebbe alla stessa stregua dell’ex candidato a sindaco Antonio Saitta (che ha affermato di non poter vincolare il suo elettorato a opzioni alternative) e non cederebbe dunque all’attrattiva del raggiungimento di 19 esponenti che non svolgerebbero più il ruolo di opposizione.

“E’ vero che se vincesse Bramanti avremmo solo due consiglieri rappresentanti in Aula e con De Luca ne avremmo quattro – riconosce Picciolo – ma esiste una coerenza politica che non va buttata alle ortiche men che meno nella spazzatura. Noi ci rimettiamo alla conferenza stampa di Saitta. E’ chiaro che in democrazia ognuno sceglie quello che vuole ed io non posso imporre ai cittadini cosa fare all’interno delle urne. E’ palese che non ci sia un motivo politico che ci colleghi e ci unisca né per indicare o l’uno o l’altro candidato per il ballottaggio. Sarebbe vanificare un notevole esito di coalizione e di Sicilia Futura tra la miriade di difficoltà con mille candidati che abbiamo riscontrato in campagna elettorale. Non è che non ci interessa il numero dei consiglieri che lottino per noi nel Civico Consesso, non vogliamo liquidare o distorcere la nostra immagine, acquisita attraverso un gruppo che ha effettuato dei passaggi con compattezza e che non vuole una sovraesposizione politica in senso avverso, controproducente per la crescita”.

-Ma chi vincerà questa competizione a due secondo Picciolo: ci si convertirà al populismo o ci si incollerà allo zoccolo duro dei Genovese? “C’è ancora una settimana di campagna elettorale – aggiunge il leader di Sicilia Futura -. Ci possono essere dei colpi di scena finali che possono determinare delle variazioni però ovviamente il risultato è in funzione delle sensazioni della comunità. Comunque vada le coalizioni più grosse tendono a perdere