Ponte Stretto: Siracusano, moltiplicherà investimenti e infrastrutture

Dopo il passaggio anche al Senato del decreto Ponte “verranno riavviate le attività di programmazione del Ponte sullo Stretto. Avremo un timing dettagliato dei lavori, un nuovo progetto esecutivo, un relativo piano urbanistico, e si potrà procedere alla cantierizzazione dell’opera. Vogliamo fare presto”. 

Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia, in un’intervista a “Il Giornale”.

In coincidenza dei nubifragi in Romagna dall’opposizione rilevano che manca una legge sul consumo del suolo mentre ci si concentra su opere faraoniche come il Ponte. “L’opposizione che solleva queste ridicole polemiche è la stessa che ha governato il Paese negli ultimi 10 anni. Non mi sembra che il tema del dissesto idrogeologico abbia appassionato gli esecutivi a guida Pd. Per alcuni qualsiasi evento è preclusivo del Ponte“. 

La posa della prima pietra dell’opera arriverà entro il 2024? ”La prima pietra fu posata tanti anni fa dal presidente Berlusconi, prima che la sinistra bloccasse tutto. Comunque sì, l’obiettivo del governo è quello di iniziare i lavori entro il 2024. Ce la faremo”. 

“L’Ue coprirà il 50% dei costi per l’aggiornamento degli studi sull’impatto ambientale. Le prime risorse per la costruzione del Ponte, invece, verranno stanziate con la prossima legge di bilancio. E poi il ministro Salvini sarà impegnato in un tour internazionale per presentare il progetto e attrarre investitori”. 

L’opposizione sostiene che la costruzione del Ponte non è necessaria e che la gran parte dei pendolari tra Messina e Reggio non usa l’auto, quindi non lo sfrutterà. “I pendolari tra Messina e Reggio Calabria sono circa 10mila, e ogni anno le persone che attraversano lo Stretto sono 11 milioni, con 2 milioni e 300mila auto e 800mila veicoli commerciali. Oggi sono tutti costretti a utilizzare i traghetti, con il Ponte potranno scegliere se usare l’auto, il treno, l’autobus, o se fare autostop”. 

Tra le altre critiche, oltre la questione della zona sismica sulla quale insisterà la struttura, c’è quella che riguarda le infrastrutture carenti sia in Calabria che in Sicilia. E che tali rimarrebbero dopo il Ponte. “Tra le grandi opere i ponti sono quelle con una maggiore tenuta antisismica, non a caso in Giappone, fortemente esposto ai terremoti, sono diffusamente presenti. Per il resto, il Ponte fungerà da grande attrattore per nuovi investimenti. Dalla Tav alle autostrade: le infrastrutture che fino a oggi non si sono fatte diventeranno estremamente convenienti”.