2 Dicembre 2024 - 17:41

Processo “Montagna Fantasma”: 15 condanne per traffico illecito di rifiuti a Messina [NOMI]

Un sistema radicato di smaltimento illecito di rifiuti edili a basso costo, orchestrato dai principali costruttori della città e gestito dal clan Mancuso, è stato smascherato dall’inchiesta “Montagna Fantasma” della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e della Guardia di Finanza. Il processo si è concluso con 15 condanne, 9 prescrizioni e un’assoluzione, confermando il quadro accusatorio delineato dalla Procura.

L’indagine e i fatti

L’inchiesta, avviata nel novembre 2022, ha portato alla luce l’esistenza di una discarica abusiva nascosta tra i boschi di Gravitelli, utilizzata per smaltire a basso costo i rifiuti edili provenienti dai cantieri della città. Il sito, sotto il controllo storico del clan Mancuso sin dagli anni ’80, rappresentava un elemento chiave di un sistema di traffico illecito che coinvolgeva numerosi costruttori locali.

Le accuse principali includevano discarica abusiva, trasporto illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e, per alcuni imputati, associazione a delinquere. Le attività illecite erano state documentate attraverso intercettazioni, appostamenti e riprese video.

Le condanne

La sentenza, pronunciata dalla presidente del collegio penale Maria Eugenia Grimaldi, ha portato a pene significative. Tra i condannati:

  • Daniele Mancuso: 9 anni e 10 mesi di reclusione;
  • Giuseppe Mancuso: 8 anni e 8 mesi di reclusione;
  • Giuseppe Puliafito: 4 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a una multa di 80.000 euro;
  • Felice Giunta e Roberto Giunta: 2 anni e 6 mesi ciascuno;
  • Letterio Caronella e Santino Pagano: 2 anni e 6 mesi ciascuno;
  • Antonino Mangraviti e Massimo Mangraviti: 2 anni di reclusione ciascuno;
  • Giacomo Mangraviti, detto “Claudio”: 2 anni di reclusione;
  • Giovanni Alberti, Giuseppe Alberti e Domenico De Luca: 2 anni di reclusione ciascuno (pena sospesa);
  • Antonio Frasson: 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa);
  • Salvatore Amato: 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa).

I giudici hanno inoltre sanzionato la Sofia.it società cooperativa sociale onlus, gestita dai Mancuso, con pene pecuniarie per centinaia di migliaia di euro, la confisca del patrimonio sociale e una interdizione di sei mesi.

Prescrizioni e un’assoluzione

La riqualificazione del reato di smaltimento illecito in una fattispecie meno grave ha permesso la prescrizione per nove imputati, Amedeo Branca, Anna Rosaria Siracusano, Giuseppe Lupò, Rosario De Domenico, Giovanni Denaro, Barbara Urso, Filippo Vinciullo, Vincenzo Vinciullo, Antonino Triscari. Un’unica assoluzione è stata pronunciata per Giuseppe Mangano, titolare della “Co.m.mam. srl”, con la formula “per non aver commesso il fatto”.

Gli ordini del tribunale

Oltre alle condanne penali, i giudici hanno ordinato il recupero e il ripristino dello stato originario dei luoghi, un aspetto fondamentale per mitigare i danni ambientali. Gli imputati dovranno provvedere alla bonifica delle aree e risarcire le parti civili, tra cui Legambiente Sicilia, Codici Ambiente e alcuni privati cittadini.

Le implicazioni

Il processo ha messo in evidenza la portata del sistema illecito e la connivenza tra imprenditoria e criminalità organizzata nel settore dei rifiuti. La sentenza rappresenta un passo significativo nella lotta al traffico illecito di rifiuti e all’inquinamento ambientale, ribadendo la necessità di un controllo più stringente sullo smaltimento dei rifiuti e sull’attività edilizia.