Renato Zero conquista Messina: doppio sold-out al Palarescifina per una celebrazione di musica, libertà e “Zerofollia”
Il cantautore romano Renato Zero ha incantato i suoi “sorcini” nelle penultime date del tour “Autoritratto – I concerti evento”, portando al PalaRescifina di Messina un doppio sold-out ricco di emozioni e riflessioni. Oltre cinquant’anni di carriera e un repertorio senza tempo hanno reso questi concerti un inno alla libertà e all’autenticità, valori fondamentali per Zero e per il suo pubblico, arrivato da tutta Italia per partecipare a questo evento indimenticabile.
Il pubblico, composto da fan di ogni età, ha riempito l’arena con bandane e palloncini dorati, simboli della “Zerofollia” che da decenni accompagna la carriera dell’artista. È stato un dialogo serrato tra parole e musica, dove Renato Zero ha alternato brani storici a pezzi meno noti, invitando alla riflessione e alla resilienza. Ha aperto con il classico “Vivo” (1977), un inno a continuare a lottare contro le difficoltà, e ha poi proseguito con “Il Jolly” (1981) e “Manichini” (1977), quest’ultima una critica alla “staticità” della società attuale, che – ha dichiarato – “è l’arma peggiore che l’uomo possa mettere in campo di questi tempi”.
Nel corso dei due concerti, Zero ha toccato temi come la libertà di essere se stessi, la denuncia contro le discriminazioni e la manipolazione del potere. Tra i momenti più toccanti, l’omaggio a due amici e collaboratori recentemente scomparsi: il Maestro Renato Serio, storico arrangiatore dell’artista, e la corista Claudia Arvati. In loro onore, il pubblico ha tributato una commossa standing ovation, a dimostrazione del legame profondo che unisce Zero ai suoi collaboratori e ai suoi fan.
Il viaggio musicale ha ripercorso tappe fondamentali della sua carriera, spaziando dagli anni ’80 con “Voyeur” (1989) e “Bella gioventù” fino agli album più recenti come “L’amore sublime” (2020) e “Cuori liberi” (2023), quest’ultima in collaborazione con Lorenzo Vizzini. Tra i brani più energici, Zero ha coinvolto il pubblico con un medley di classici come “Madame”, “Mi vendo”, “Triangolo” e “Baratto”, trasformando il palco in un’esplosione di colori e ritmi, accompagnato dal coro Wacciuwari e dalla sua band.
Il finale è stato affidato a “Il cielo” (1977) e “I migliori anni della nostra vita” (1995), due inni che celebrano la nostalgia positiva, come cura e promessa per un futuro migliore. Con una performance che ha alternato momenti di intensa riflessione a esplosioni di energia, Renato Zero ha confermato la sua capacità di parlare al cuore delle persone, facendosi portavoce di un messaggio di libertà, speranza e coraggio.
Accompagnato dall’Orchestra Piemme Project (in modalità preregistrata su ledwall) e dalla sua band composta da musicisti di altissimo livello, tra cui Danilo Madonia e Lorenzo Poli, Renato Zero ha regalato a Messina due serate indimenticabili, lasciando nei suoi fan la gioia e la speranza per un futuro in cui tutti possano, finalmente, essere liberi di mostrare la propria anima.