Rider, oggi stop consegne in tutta Italia, Filcams, Nidil, Uiltucs e Riders union Messina a piazza Cairoli alle 19

Oggi 26 marzo i ruoli saranno invertiti, i riders di tutta Italia si fermeranno in attesa che stavolta tocchi a loro ricevere qualcosa: un contratto vero e proprio, con tutele reali, concrete garanzie, equità e rispetto del loro lavoro. In altre parole, un contratto collettivo nazionale.
È per rivendicare questo diritto che i fattorini del food delivery si fermano a livello nazionale per una grande mobilitazione sostenuta da Filcams e Nidil CGIL, UILTuCS UIL – sindacati che seguono il settore – insieme alla rete territoriale Riders union Messina.
«Parliamo di lavoratori che non hanno ancora diritti quali malattia, ferie, tfr tredicesima, quattordicesima, salari certi. Lavorano sostanzialmente a cottimo e senza adeguate misure per salute e sicurezza sul lavoro. Lavorano come se fossero autonomi, con mezzi propri, ma in realtà sono dipendenti da un algoritmo e senza nessuna autonomia – denunciano Giselda Campolo, Daniele David, Francesco Rubino e Riders Union Messina – serve un reale contratto con vere tutele. Serve un monte ore minimo garantito. Per questo si chiede a tutti i cittadini in questa giornata di protesta di non effettuare ordini: per sostenere le rivendicazioni dei riders».
Nei giorni scorsi i sindacati e la rete nazionale dei riders hanno firmato il protocollo per la legalità contro il caporalato nella ristorazione digitale con Assodelivery, l’associazione di categoria datoriale alla quale aderisce la maggior parte delle aziende che si occupano di food delivery. «E’ un punto di partenza – continuano Campolo, David, Rubino e Riders union Messina – per dare i necessari diritti ai lavoratori della gig economy. In Europa si sommano le sentenze che considerano i riders lavoratori subordinati ma la battaglia per il riconoscimento dei diritti fondamentali è ancora tutta da combattere e passa anche dalla presa di coscienza dei cittadini. Il caporalato non è cosa vecchia; esiste e ce lo abbiamo avuto sotto gli occhi ogni volta che abbiamo ordinato la cena, anche durante il lock down, perché proprio loro sono rimasti attivi e a darci servizi anche quando la maggior parte di noi poteva proteggersi restando a casa».