14 Maggio 2025 - 03:43

“Sara vive”: il grido del fratello Claudio scuote il silenzio ad un mese dal femminicidio

«Sara vive»: con questo grido, Claudio Campanella ha ricordato la sorella nel piazzale del Rettorato dell’Università di Messina, a un mese dal suo tragico assassinio. Sara Campanella, giovane studentessa piena di sogni e di amore per la vita, è stata uccisa da un collega universitario che la perseguitava. Oggi, la sua famiglia chiede giustizia e un impegno concreto contro la violenza di genere.

Accanto ai genitori, Claudio ha letto brani di una lettera che Sara aveva scritto a un’amica il giorno del compleanno. Un testo che, oggi, suona come un testamento spirituale: parole intrise di forza, sensibilità, libertà. “Parlava di vita, di emozioni, di coraggio”, ha ricordato il fratello. “Quella lettera era molto più di un augurio: era la sintesi di ciò che era Sara.”

“Sara era luce, determinazione, rispetto per sé stessa e per gli altri — ha detto ancora Claudio —. Diceva sempre: ‘La donna è libertà.’ E quella libertà, la sua, dobbiamo proteggerla e portarla avanti. Non era solo mia sorella, era una ragazza che credeva nella bontà delle persone e nel valore della vita, anche se poi è stata tradita proprio da chi la vita le ha tolto.”

La famiglia Campanella ha lanciato un appello chiaro alle istituzioni: pene certe e l’ergastolo a vita per i responsabili di femminicidio. Ma soprattutto un cambio radicale di mentalità, a partire dalla scuola, dalle leggi e dalla società. “Non possiamo più tollerare che la violenza contro le donne venga sottovalutata. Servono leggi nuove, chiare, dure. Serve una rivoluzione culturale.”

Claudio ha infine ringraziato le autorità e tutte le persone che sono state vicine alla famiglia in questo periodo di dolore: dal sindaco di Messina Federico Basile alla rettrice Giovanna Spadaro, dai medici del Policlinico al vescovo Accolla, fino ai vertici delle forze dell’ordine, in particolare il colonnello Lucio Arcidiacono.

“Cara Saretta, ti promettiamo che i tuoi sogni continueranno a vivere. Saremo la tua voce, instancabile. Per te, per tutte,” ha concluso Claudio, mentre il suo urlo — “Sara vive” — rompeva il silenzio, forte come un impegno collettivo.