14 Maggio 2025 - 04:23

Selfie davanti al feretro di Papa Francesco: tra devozione, polemiche e bisogno di riconoscimento

Durante l’esposizione della salma di Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, alcuni visitatori hanno deciso di scattarsi selfie davanti al feretro del Pontefice. Le immagini, circolate velocemente sui social network, hanno acceso un acceso dibattito tra chi le ha considerate un gesto d’affetto e chi invece le ha giudicate inopportune.

La diffusione delle foto
Le fotografie ritraggono persone in posa vicino alla salma del Papa, vestito con la mitra bianca e la casula rossa ed un rosario tra le mani. In pochi minuti, queste immagini hanno fatto il giro del mondo, suscitando reazioni emotive diverse e generando un’ondata di discussioni online.

Le reazioni del pubblico
Il gesto di immortalare un momento così intimo ha diviso l’opinione pubblica. Alcuni lo vedono come un modo moderno di vivere la vicinanza spirituale, altri lo percepiscono come una mancanza di rispetto verso la solennità dell’occasione. L’episodio alimenta il dibattito su come la tecnologia stia cambiando i comportamenti nei luoghi sacri.

Un messaggio che invita alla riflessione
Papa Francesco, nel corso degli anni, aveva più volte espresso perplessità sull’abuso dei dispositivi digitali, soprattutto tra i più giovani. Secondo lui, il vero amore richiede presenza reale, ascolto e tempo donato agli altri, e non può essere sostituito da immagini fugaci o messaggi virtuali.

Il bisogno di riconoscimento nell’era digitale

Il contributo della psicologia offre spunti importanti per comprendere queste dinamiche: il bisogno di immortalare ogni istante è spesso il riflesso di un’ansia sociale crescente, legata al desiderio di visibilità e riconoscimento. Scattare un selfie, anche in momenti particolarmente delicati, è spesso un atto istintivo che nasce dalla necessità di sentirsi parte di qualcosa e di essere visti. Tuttavia, quando l’immagine prende il sopravvento sull’esperienza vissuta, rischiamo di smarrire il significato autentico dell’evento.

È importante evitare giudizi affrettati e non demonizzare questi comportamenti, ma cercare invece di comprenderne le origini. Non sempre si tratta di mancanza di rispetto, ma talvolta di un modo – magari goffo – di affrontare il dolore e partecipare collettivamente a un evento di portata storica.

Una questione aperta
Questo episodio solleva domande profonde sul confine tra devozione e spettacolarizzazione. In un’epoca in cui ogni istante rischia di diventare contenuto condivisibile, è importante interrogarsi su come preservare il rispetto e il silenzio nei momenti spirituali più significativi.