Teatro: alla Sala Laudamo l’Odissea in lingua siciliana
Presentato nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele lo spettacolo “ “πόρος Poros – il passaggio”, il XII cunto dell’Odissea in lingua siciliana. L’anteprima dello spettacolo, una coproduzione dell’associazione ARB e del Teatro Vittorio Emanuele, con la regia di Vincenzo Tripodo, sarà alla Sala Laudamo sabato 26 ottobre (alle 21) e domenica 27 ottobre (alle 18 e alle 20).
Ad illustrare i dettagli del progetto, che ha il patrocinio dell’Auclis (Associazioni unite per la cultura e la lingua siciliana) sono stati il commissario straordinario dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele Orazio Miloro, il sovrintendente Gianfranco Scoglio, il presidente dell’associazione ARB Davide Liotta ed il regista Vincenzo Tripodo.
Lo spettacolo è parte di un percorso che, anche attraverso il laboratorio teatrale, punta alla tutela della lingua siciliana, come spiegato dal presidente Arb Davide Liotta “Troppo spesso la nostra lingua viene vista in termini negativi e rischia di scomparire, nonostante sia stata inserita dall’Unesco tra quelle da tutelare. Abbiamo scelto il dodicesimo canto dell’Odissea perché è quello in cui Ulisse attraversa lo Stretto di Messina e per noi che viviamo lo Stretto quotidianamente è importante ricollegarlo ai suoi miti e trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza del passato”.
L’associazione Arb ha sottolineato il valore della sinergia con il Teatro Vittorio Emanuele in un’ottica che guarda ai giovani e al legame tra generazioni.
A ribadire l’importanza della collaborazione è stato il commissario straordinario del Teatro Vittorio Emanuele Orazio Miloro: “ Abbiamo sposato con convinzione questo progetto che unisce percorsi culturali con percorsi formativi per le nuove generazioni. Nei mesi scorsi abbiamo potuto constatare l’entusiasmo dei giovani impegnati nella scoperta delle loro radici, delle tradizioni e della lingua siciliana”.
Il sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele Gianfranco Scoglio si è soffermato sul ruolo che i miti hanno nel ricordarci chi siamo e quale sia il nostro il passato.
In questo senso la scelta di mettere in scena il “cunto” grazie alla traduzione direttamente dal greco al siciliano della professoressa Rosa Gazzara Siciliano è stata fortemente voluta per utilizzare la straordinaria forza di una lingua che rischia di non essere più parlata.
E’ stato il regista Vincenzo Tripodo, nel ripercorrere la nascita e lo spirito del progetto, ad evidenziare proprio quest’ultimo aspetto: “Dobbiamo ringraziare la professoressa Rosa Gazzara Siciliano che ci ha restituito l’origine dell’Odissea, che era, lo ricordiamo, un testo orale e non scritto. In origine erano gli Aedi a raccontare, esattamente come i nostri cuntisti. Noi abbiamo voluto riportare l’Odissea a quell’oralità e l’abbiamo fatto con la forza e la potenza della lingua siciliana. Omero ha ricostruito il viaggio di Ulisse con una struttura ed una tecnica che è ancora oggi moderna e che rende l’Odissea uno dei poemi più letti al mondo”.
Il regista ha ringraziato gli attori non soltanto per l’impegno nel portare in scena un testo in lingua siciliana ma anche per il lavoro di ricerca sui singoli miti e sui particolari del “cunto”.
Il portavoce dell’Auclis Aurelio La Torre (dirigente della Presidenza del Consiglio) in collegamento da remoto, a conclusione della conferenza stampa, ha fatto un appello ai dirigenti scolastici, alle istituzioni ed ai giornalisti, per individuare percorsi comuni a tutela della lingua siciliana.
Lo spettacolo, in antemprima alla Sala Laudamo il 26 e 27 ottobre, andrà poi in scena al Teatro Vittorio Emanuele nel 2025 ed in numerose scuole e teatri della Sicilia.