Teatro di Messina, Assessore Messina: “Non è possibile stabilizzare gli orchestrali”

Crocè SIAD “L’assessore ha dimenticato le sue promesse e quelle del suo partito”

“Perché a Catania ed a Palermo è stato possibile avviare i processi di stabilizzazione degli orchestrali dei Teatri di tradizioni di queste città ed a Messina non è stato possibile? Perché le promesse di Fratelli d’Italia, di Elvira Amata, di Libero Gioveni e dello stesso assessore regionale Manlio Messina oggi rimangono lettera morta, anzi rinnegate da coloro che le hanno fatte? Ricordo ancora il giorno in cui Libero Gioveni transitò a Fratelli d’Italia con la visita a Messina dell’assessore regionale che incontrò gli storici orchestrali del Teatro di Messina. Oggi, in Commissione, lo stesso assessore Messina dichiara che quei professionisti non possono essere stabilizzati” lo dichiara Clara Crocè SIAD. “Una vicenda venticinquennale questa che sembra non riuscire a trovare né sbocco né soluzione per professionisti che, vorrei ricordare, sono assimilabili a precari in quanto va ricordato che, a differenza del personale in organico, la presente orchestra, è stata frutto dapprima di severi stage formativi nel periodo 1995/’96 e dopo formata ufficialmente col bando di selezione PUBBLICA NAZIONALE peraltro ripetuto negli anni successivi. Orchestra che da allora ha tenuto in piedi INTEGRALMENTE le stagioni di musica sinfonica, opera lirica e balletto dell’ente fino ad oggi” continua la Crocè.

“Vorrei ricordare proprio all’assessore Messina che la Regione Sicilia nel lontano 2003 intese riconoscere ufficialmente l’esistenza di un’orchestra in seno all’ente con l’approvazione di una legge che imponesse al Teatro Vittorio l’accantonamento di una quota del 20% sul contributo globale annuale utile proprio alla stabilizzazione dell’orchestra a decorrere dal 2005 (L.R.n°17 del 28.12.2004)” continua Crocè. “Da allora le varie governance non hanno mai inteso recepire la legge, nemmeno impegnando integralmente la percentuale indicata per l’attività istituzionale della formazione. Alle luce di ciò l’On. Danilo Lo Giudice in quell’ordine del giorno chiese ai vertici di produrre documentazione su come venne spesa negli anni ad oggi quella percentuale, se fu o meno accantonata come da indicazioni di legge. Ma da allora non è cambiato nulla se non un tentativo, qualche mese fa, in cui alcune forze politiche messinesi hanno provato a far passare un emendamento che aveva l’intento di cassare la suddetta legge. Allo stesso tempo e di conseguenza, la Regione ha di fatto imposto al Teatro di Messina di accantonare 900.000,00€ (previsti per l’attività ) in vista proprio di un’ipotetica futura stabilizzazione” continua Crocè.

“Va rammentato che su un’organico medio di quarantacinque elementi generalmente utilizzato, in gran parte via via ha deciso di optare per l’insegnamento nelle scuole a indirizzo musicale e, ad oggi, presta la propria opera come professionista ingaggiato con P.I. Invece circa quindici professori non hanno voluto arrendersi all’idea di un mestiere diverso da quel per cui si investì a suo tempo. Questi quindici professori fino allo scorso dicembre 2020 son stati assunti con contratti a tempo determinato e tutt’ora hanno un giudizio pendente presso la suprema Corte di Cassazione.
Va rimarcato in tutta onestà che per un “discrimine temporale” nessuno dei quindici professori può invocare la legge Madia allorché, gli ultimi cinque anni, sono stati il periodo più nero dal punto di vista delle giornate effettivamente lavorate senza peraltro contare periodi in cui, sempre negli ultimi anni, si è stati assunti alternativamente ora con contratti occasionali ora di nuovo con contratti a termine.
Si possono invece vantare certamente i trentasei mesi prima dell’avvento della legge Madia. Proprio per questo se i vertici succedutisi dal 2004 in avanti avessero remato nella stessa direzione della regione, probabilmente oggi non si discuterebbe ancora di orchestra sì orchestra no. Di fatto, ed è incontestabile, un teatro senza artisti e maestranze, ovvero orchestra, tecnici, artigiani….non ha alcun futuro. Nessuno al mondo può negare questo assunto. Quello che oggi chiediamo è che oltre le polemiche si proceda a quanto spetta secondo noi di diritto a questi professionisti grazie ai quali se musica c’è stata al Teatro Vittorio Emanuele è a loro ed alla loro abnegazione ed impegno che lo si deve” conclude Crocè del SIAD.