XXXII° Consiglio Nazionale SAPPE, Capece: “Emergenza sovraffollamento in Italia, con più di 60mila detenuti”

E’ in corso di svolgimento a Palermo il XXXII^ Consiglio Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo del personale di Polizia in servizio nelle carceri del Paese. “Oggi in Italia abbiamo di nuovo una emergenza sovraffollamento, con più di 60mila persone (adulte e minorenni) detenute fisicamente in un carcere ed altre 58mila circa coinvolte nell’area penale esterna caratterizzata in particolare da soggetti sottoposti a messa alla proba, detenzione domiciliare e lavori di pubblica utilità”, ha denunciato il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “Resta alta l’attenzione circa il monitoraggio del fenomeno del radicalismo islamico, considerato che oltre 20mila degli attuali detenuti in Italia sono stranieri, e per questo chiediamo al Governo maggiori risorse. I Baschi Azzurri della Polizia Penitenziaria sono infatti sono quotidianamente impegnati sulla trincea del fenomeno del radicalismo islamico. Parlo di trincea perché il carcere, in molte situazioni, lo è ma rispetto al fenomeno dell’integralismo islamico può anche diventare, con le sue donne e i suoi uomini, un vero e proprio rimedio atto ad impedire diffusione e mortalità! Non a caso si registrano numerose segnalazioni di detenuti che durante la loro permanenza dietro le sbarre si radicalizzano, fanno proselitismo, vengono trovati in possesso di materiale propagandistico. Il rischio che la situazione possa divenire allarmante e che il fenomeno jihadista finisca con l’incendiare le nostre istituzioni detentive resta alto anche per la particolarità della struttura religiosa islamica che è più orizzontale della nostra nel senso che non è strutturata in gerarchie e chiunque abbia un certo carisma può proclamarsi Imam”. Per il SAPPE “in tale ottica potrebbero venirci incontro le Centrali Operative Regionali così assurdamente smantellate dall’Amministrazione Penitenziaria, che tra i loro compiti potrebbero recuperare quello di avviare una messa in rete e una circolarità delle informazioni. Questo accanto alla pressante esigenza che il personale di Polizia Penitenziaria venga formato nella conoscenza della lingua araba magari anche prevedendo una quota di assunzioni di Italiani figli di emigrati di seconda generazione”.
Ma Capece rivendica anche, per il Corpo di Polizia Penitenziaria, la creazione di “una task force esperta nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Perché ritengo sia possibile, utilizzando le previsioni del Decreto Sicurezza, pensare all’istituzione di un nucleo di poliziotti penitenziari specializzati che operino all’interno delle strutture detentive o nei pressi delle stesse. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine a una casa circondariale e possono fornire valido aiuto, pensiamo ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti”.
“Positiva” per il SAPPE “è anche l’utilizzo di SKYPE per consentire ai detenuti di effettuare videochiamate e parlare con i familiari. Si consideri che nel solo mese di marzo 2019 sono entrate in carcere per sostenere colloquio con familiari congiunti ben 113.011 persone e anche questo condiziona inevitabilmente l’operativa delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria, appartenenti ad un Corpo di Polizia dello Stato carente di oltre 5mila unità e ciò nonostante con un forte senso d’identità e d’orgoglio, ogni giorno in carcere impegnati nel fare tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti, e con organici inadeguati”.