Galluccio: “Soluzione vantaggiosa utilizzo dell’ex Ospedale Militare per il secondo palazzo di Giustizia”

“La precedente Amministrazione ha prospettato la possibilità dell’utilizzo delle aree dell’Ospedale Militare, con soluzione i cui vantaggi apparivano costituiti dalla esistenza stessa delle strutture edilizie, seppur bisognevoli di adeguamento, dalla relativa vicinanza con il palazzo di giustizia, dalla esistenza di collegamenti viari e della dotazione di parcheggi. Lo dice il presidente della Corte di Appello di Messina Michele Galluccio durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Nel febbraio 2017, dopo una lunga gestazione, – prosegue- la soluzione di utilizzare l’ex ospedale militare ha avuto l’avallo del Ministero della Giustizia, del Ministero della Difesa e dell’Agenzia del Demanio che, unitamente al Comune di Messina, hanno sottoscritto un protocollo di intesa, con validità quadriennale, per arrivare alla dismissione delle aree militari.
Rimane l’incognita, ove si dovesse proseguire nella vecchia opzione dell’Ospedale Militare, sulla concreta possibilità – a fronte di un finanziamento falcidiato per effetto della inflazione medio tempore maturata e decurtato dell’importo corrispondente allo storno – che le somme residue siano o meno sufficienti a sostenere i costi di ristrutturazione e adeguamento delle già esistenti strutture edilizie dell’ospedale militare, quando – nei tempi del tutto imprecisati e incerti in cui si dovesse concretizzare la loro dismissione – si potesse dar corso a tali interventi.
Di recente, la nuova Amministrazione ha manifestato una diversa opzione per la realizzazione del manufatto, localizzandolo nel sito dell’area comunale parcheggio di via la Farina, con un costo preventivato di circa 40 milioni di euro.Non può tuttavia sottacersi che la nuova opzione sulla localizzazione del manufatto, apra una serie di ulteriori incognite.
La sensazione e che ci si trovi in mezzo al guado e, per di più, nella incertezza se sia possibile tornare indietro, sulla sponda di partenza, ponendo nel nulla gli effetti dell’intesa raggiunta in sede di stipula dei protocolli, ovvero, se si decida di andare avanti, in quale delle due direzioni procedere.”Significativi progressi al tribunale di Messina si apprezzano anche sotto il profilo della durata dei processi, atteso che la pendenza ultradecennale è praticamente azzerata ( 0,20%), quella relativa agli anni anteriori al 2010 è di appena l’1,20%; quella dei procedimenti iscritti negli anni 2010-2014 si aggira sul 18%, quella degli anni 2015-18 circa il 80%”.
“Nel dettaglio, – prosegue – si registra una consistente e costante diminuzione della pendenza civile, passata da 4.042 al 30.6.2015, a 2.918 al 30.6.2018 ( con un decremento di circa il 30% in tre anni). Le sopravvenienze del settore (930, stabili rispetto all’anno precedente) sono ampiamente controbilanciate dalle definizioni ( complessivamente 1.369).
La situazione si auspica possa ulteriormente migliorare; la previsione di riduzione della pendenza per gli anni a venire sarà, prudenzialmente, intorno al 10% l’anno, ovverossia di circa 300 procedimenti l’anno, con conseguente possibilità di avvicinarsi, se non di attingere, nei prossimi due/tre anni, periodo di durata (per altro prorogabile) dell’incarico quinquennale dei Giudici Ausiliari, ad una pendenza doppia della sopravvenienza annua, che collocherebbe la Corte d’Appello di Messina tra gli uffici che costituiscono il modello tipico ideale.
La sezione, dunque, ha ormai risolto le pregresse criticità e ha raggiunto l’obiettivo di rappresentare il modello ideale, individuato dalla relazione ministeriale. E tanto a fronte di impugnazioni che sono state in numero di 3.706, cioè quasi il doppio di quelle dell’anno precedente ( 1.940), con un tasso medio di impugnazione che, se nei vari distretti oscilla tra il 36% e il 41%, arriva nel distretto di Messina al 52% ( percentuale tra le più alte in Italia, che colloca Messina al terzo posto, dopo Reggio Calabria e Salerno).